Renzi verso lo strappo, Conte: “Vieni in Parlamento”

La resa dei conti è (quasi) arrivata. Dopo settimane di frecciatine più o meno palesi, Matteo Renzi è pronto a lanciare il suo guanto di sfida a Giuseppe Conte.

E lo farà in grande, non parlando direttamente al premier, ma agli italiani in uno dei più noti salotti politici.

“Domani dirò alcune cose… “, ha detto ieri il senatore, “Se devo dare un consiglio vi dico di ascoltare domani Porta a Porta, è una cosa che può avere un senso per il prosieguo della legislatura…”. Ufficialmente, sottolinea anche il Corriere, l’ex Rottamatore farà finta di tendere una mano al presidente del Consiglio. In realtà snocciolerà una serie di diktat irricevibili che potrebbero portare inevitabilmente allo scontro. Del resto, ricorda lui stesso all’Agenzia Vista, “se il presidente del Consiglio ha i numeri per andare avanti senza di noi va benissimo, è la democrazia parlamentare e facciamo un grande in bocca al lupo”. Ma in caso contrario “verificheremo quello che si può fare”.

Renzi è forte di due nuovi parlamentari strappati agli altri partiti di maggioranza: Tommaso Cerno (ex Pd) al Senato e Michela Rostan (ex Leu) alla Camera.

Le condizioni di Renzi a Conte

L’ex premier ostenta sicurezza e – almeno in chiaro – assicura che la legislatura arriverà al 2023. A patto di dare “una scossa” al governo. “Per me il presidente del Consiglio deve lavorare, nessuno di noi ce l’ha con lui”, dice, “Abbiamo detto che sulla giustizia non siamo d’accordo e che sull’economia c’è bisogno di darsi una mossa perchè la situazione del Paese è molto difficile, sono preoccupato per i numeri dell’Italia a livello economico”. Ed è proprio la riforma della prescrizione a finire nel mirino. Ma – dice ancora il Corriere – Renzi potrebbe chiedere anche la cancellazione del reddito di cittadinanza e la revisione di Quota 100. Condizioni che difficilmente le altre forze di governo potranno accettare. Ma, avrebbe confidato, “io da perdere cos’ho?”.

La replica di Conte: “Vieni in Parlamento”

Dal canto suo il premier sarebbe pronto a raccogliere la sfida, ma non nei salotti televisivi. Per blindare la sua poltrona e il suo programma – la tanto decantata “fase 2” – Conte vorrebbe portare la questione in Parlamento chiedendo una nuova fiducia. “Perché io non mi lascio distrarre o impressionare dagli scartamenti e dalle continue schermaglie di Italia Viva”, sarebbe il ragionamento secondo La Stampa. Una conta che potrebbe però costar caro al Conte bis.

il giornale.it

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