Dalmine, il Comune toglie gli spazi all’Anpi per aver negato le Foibe ad un convegno

Bergamo, 18 feb – Sulla carta, avrebbe dovuto essere uno spettacolo in memoria dei martiri delle Foibe, presso il comune di Dalmine (Bg). Certo, l’amministrazione comunale aveva, come si dice in questi casi, azzardato un po’ il passo affidando ad Anpi, Arci, Cgil, Acli e «Il Porto» la gestione della serata. Esistono abbastanza trascorsi attestanti la parzialità (per usare un eufemismo) di queste sigle in materia di Foibe. E, come previsto, Associazione partigiani & soci hanno vampirizzato l’evento declinandolo verso toni negazionisti.  

Una vergogna per Dalmine

“È stato come se in occasione della Giornata della Memoria un gruppo di nazifascisti avesse promosso in uno spazio pubblico una serata per negare la Shoah. Un insulto per i figli di morti ed esuli, una beffa all’Italia, una vergogna per Dalmine”, è stato il commento del vicesindaco di Dalmine, Gianluca Iodice, spiegando che “La collaborazione è stata concessa sulla scorta della garanzia (riportata sulla locandina dell’evento) che si sarebbe trattato di un evento senza strumentalizzazioni politiche, basato su dati storici. Al contrario, durante la serata sono state esposte tesi che si configurano come negazioniste”.

Affermazioni vergognose

A scatenare la bufera è stato l’intervento introduttivo allo spettacolo di Grazia Milesi, membro dell’Anpi Alto Sebino, che avrebbe dovuto inquadrare dal punto di vista storico quello che poi sarebbe andato in scena sul palco. “Temevo – spiega Iodice – che la serata avrebbe avuto qualche sfumatura negazionista. Tuttavia speravo che i soggetti promotori dimostrassero un po’ di onestà intellettuale”. Le cose sono andate diversamente. In sintesi, le conclusioni della Milesi sono state le seguenti: “Gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti; in realtà i numeri divulgati (11.000 infoibati e 250-300.000 esiliati) sono gonfiati; gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un’opportunità nella Repubblica Italiana; il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria; il Presidente della Repubblica dovrebbe guardarsi bene dal fare discorsi come quello tenuto lo scorso anno sempre in occasione del Giorno del Ricordo”.

Affermazioni negazioniste disgustose, per cui il vicesindaco aveva promesso conseguenze; e domenica anche il deputato di Bergamo, Daniele Belotti, capogruppo della Lega in Commissione Istruzione-cultura-sport della Camera aveva attaccato a testa bassa pretendendo le scuse da tutte le sigle coinvolte e augurandosi “che i Comuni, le Province, le Regioni e i ministeri che offrono contributi e/o patrocini all’Anpi li abroghino immediatamente, perché è inaccettabile che un’associazione, che ormai è diventata una costola della sinistra più estrema, venga finanziata con soldi pubblici per infangare la memoria delle migliaia di morti innocenti che hanno avuto solo la colpa di essere italiani”.

Le conseguenze arrivano

E le conseguenze, puntuali, sono arrivate, sottoforma di “ban” comunale. Iodice ha stabilito che «la collaborazione con le associazioni, compresa la concessione degli spazi, accordata per le iniziative proposte con lettera del 15 novembre 2019 è da intendersi sospesa». Il vicesindaco ha inoltre «diffidato i gruppi a diffondere materiale promozionale con stemma del Comune di Dalmine, invitando nel contempo a riprogrammare le iniziative in sedi non comunali».

Cristina Gauri

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