“Voleva portare via mia figlia”: la drammatica testimonianza di Meloni al processo al suo stalker

Drammatica testimonianza oggi, in tribunale, per Giorgia Meloni. La leader di FdI ha deposto al processo contro lo stalker, Raffaele Nugnes, che lo scorso anno si è reso protagonista di ripetute minacce a lei e, soprattutto, alla piccola Ginevra, la figlia di 3 anni che la leader di FdI ha avuto dal compagno Andrea Giambruno. Nel suo delirio, lo stalker sosteneva invece che la bimba fosse sua, rivendicandone con gravi minacce la custodia.

Il delirio dello stalker

“Ho paura per me e per la mia bambina. Sono spesso fuori casa e leggere quelle cose mi ha gettato nell’angoscia. Non dormo più la notte”, ha detto Meloni nel corso della deposizione davanti ai giudici della prima sezione penale di Roma. “Lui diceva che gliel’ho strappata, che la bambina era sua, che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela a Roma“, ha raccontato ancora Meloni, che nel processo è parte civile. Nugnes, che è stato arrestato dalla Digos il 31 luglio nella provincia di Caserta, è accusato di aver scritto messaggi di natura minatoria e diffamatoria sulla propria pagina Facebook.

Meloni: “Ho dovuto cambiare modo di vivere”

Meloni ha spiegato di aver appreso dei messaggi di minaccia quando dalla Digos e da sua sorella, alla quale era arrivato un video intimidatorio. “Io non l’ho mai incontrato – ha detto Meloni – né a Garbatella né in altri posti a Roma. Né mai sentito per telefono. Ma dalla lettura di quei messaggi che mi sono stati segnalati il mio modo di vivere è cambiato“. La leader di FdI ha ricordato di essere spesso fuori casa e ha spiegato che quelle minacce hanno “enormemente accresciuto il mio stato d’ansia”. “Ho dovuto adottare particolari cautele. La baby sitter non bastava più per controllare mia figlia”, ha chiarito la leader di FdI, ricordando una minaccia in particolare che l’ha segnata: un messaggio pubblicato dall’imputato in cui scriveva che “hai tempo tre giorni per venire dove sai. Se non vieni sai cosa succede, vengo a Garbatella…”.

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