Vaticano, chiesto l’arresto di mons. Zanchetta per abusi

Un’altra bufera rischia di abbattersi sul Vaticano. Questa volta il caso interessa uno dei monsignori che papa Francesco ha incaricato in Santa Sede nel corso di questo pontificato: il vescovo Gustavo Zanchetta, che è argentino e che Jorge Mario Bergoglio ha nominato presso l’Apsa, ossia l’ente deputato ad occuparsi dell’amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, potrebbe essere arrestato.

Questo, almeno, è quanto si deduce dalle notizie che sono state riportate nel corso della mattinata di oggi: si parla con insistenza di un mandato di cattura internazionale. Le accuse, a dire il vero, erano già state rese note: si parla di abusi sessuali che il vescovo Gustavo Zanchetta avrebbe compiuto ai danni di due seminaristi. La novità è quella relativa al provvedimento deliberato dalla giustizia argentina. Una mossa che la Santa Sede non può non considerare.

Il “fronte tradizionale”, così come viene chiamato, sta attaccando il pontefice argentino per il caso di Zanchetta. Quando gli analisti elencano i consacrati vicini al Papa regnante, ma responsabili di presunti scandali, il nome del vescovo sudamericano non manca mai. Tutto questo accade anche perché c’è una diatriba che riguarda le tempistiche: il Papa, quando ha nominato Zanchetta in un ruolo di vertice del Vaticano, era o no a conoscenza del suo passato, quindi delle accuse che erano state sollevate? La domanda che circola è soprattutto questa. Il Vaticano, sul punto, ha già risposto. E il Papa stesso ha reso noto di come avesse predisposto un’indagine interna. Ma questo non basta a placare gli attacchi dei critici di Jorge Mario Bergoglio, che alimentano sospetti sul fatto che il Papa sapesse eccome di Zanchetta e delle accuse mosse in Argentina.

Stando a quanto riportato da Marco Tosatti su La Nuova Bussola Quotidiana – un articolo che è stato ripreso anche da Dagospia – Zanchetta non sembra essere troppo incline ad affrontare la questione: “Fra l’altro – si legge – la magistrata lamenta che l’imputato non abbia risposto a numerose chiamate telefoniche, né a mail inviate all’indirizzo (e al numero di telefono) che i difensori avevano indicato in maniera volontaria per essere contattato”. Jorge Mario Bergoglio, che è per la linea della “tolleranza zero”, potrebbe intervenire nel corso dei prossimi giorni.

Le settimane appena trascorse, per la Santa Sede, non sono state troppo semplici: prima lo scandalo sulle presunte operazioni finanziarie, con le acquisizioni di documenti ed apparati elettronici presso alcuni uffici della Segreteria di Stato, poi questa vicenda, che interessa in via diretta un monsignore incaricato presso un organo della Santa Sede. La contromossa potrebbe essere rappresentata dalla riforma della Curia romana, che dovrebbe semplificare di molto la gestione degli affari ecclesiastici e che dovrebbe intervenire anche sull’organizzazione interna. Si dice che il testo sia quasi pronto. Ma intanto gli scandali continuano ad abbattersi sul Vaticano.

il giornale.it

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