Corso di arabo a scuola, agli islamici aula gratis e utenze pagate

L’uso dei locali sarà rivolto a “finalità corsuali di alfabetizzazione araba”. Un corso “aperto a tutti”, arabi, italiani e altre nazionalità che si svolgerà nella scuola primaria di Marzabotto.

L’uso dell’aula è gratis, nulla da pagare. E le utenze saranno a carico dell’amministrazione comunale.

Siamo a Marzabotto, in provincia di Bologna. Qui la giunta comunale, a fine ottobre, con una deliberazione ha approvato la convenzione con l’Associazione Culturale Islamica per l’Integrazione a Marzabotto. L’obiettivo, come detto, è quello di “organizzare un corso di arabo” che si terrà da ottobre 2019 a giugno 2020, “nella giornata di domenica, dalle ore 8.40 alle 16.30”. L’associazione islamica aveva presentato una richiesta per “l’utilizzo di aule presso la scuola primaria” cittadina, così da avere un luogo dove poter tenere le lezioni. Il Comune ha risposto positivamente, concedendo un’aula di musica “con annesso servizio igienico”, impegnandosi anche a “provevdere al pagamento di tutte le spese relative alle utenze e alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali”.

Va detto che l’iniziativa viene “promossa dall’Associazione sul territorio comunale da svariati anni” e l’anno scorso le condizioni erano le stesse. Ma dopo il caso di Roma rivelato dal Giornale.it, anche qui c’è chi storce il naso. “Il tema è che spazi pubblici, per di più una scuola, vengono messi a disposizione per una finta integrazione – attacca la consigliera metropolitana di Uniti per l’Alternativa, Marta Evangelisti – Invece di potenziare la conoscenza della lingua italiana per bambini stranieri, si preferisce l’insegnamento dell’arabo”. Le critiche riguardano anche la scelta di concedere gli spazi gratis e di pagare le utenze per otto ore di illuminazione e riscaldamento. “Senza contare – continua Evalgelisti – che le chiavi di accesso ai locali saranno tenute per nove mesi da un soggetto terzo, con buona pace delle norme sulla privacy. Dato che le lezioni dureranno ben otto ore, è lecito chiedersi come verranno gestite le lezioni, se i bambini mangeranno all’interno della scuola, chi preparerà i pasti dato che agli alunni, durante la settimana non è consentito portarsi il pasto da casa”.

Marzabotto, il Ramadan delle polemiche
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La convenzione di nove mesi stipulata da Comune e Associazione prevede ovviamente alcuni obblighi. Gli spazi richiesti, si legge, “verranno regolarmente puliti, al termine delle attività, da un’impresa di pulizia”. Gli islamici dovranno garantire il “buon uso” e il “rispetto assoluto degli orari fissati”, per restituire alla fine i “locali nello stato in cui sono stati assegnati”. Il numero complessivo degli alunni sarà limitato a 50, “suddivisi in tre gruppi da 18/20 alunni cadauno e comunque in ottemperanza al numero che verrà autorizzato dall’Istituto Comprensivo”. È stata la stessa scuola, con un consiglio di istituto, ad approvare la concessione dell’aula di musica e dei bagni.

Marzabotto non è nuova a polemiche sul rapporto con le realtà islamiche. Lo scorso giugno, come rivelato dal Giornale.it, il centrodestra era insorto contro la decisione dei musulmani di festeggiare la fine del ramadan di fronte alla chiesa cittadina. Uno scontro che si ripete oggi. “Considerato che qui parliamo di una scuola primaria, dunque di competenza del Ministero – attaccano Galeazzo Bignami (deputato FdI) e Marco Lisei (consigliere Fdi a Bologna) – vorremmo capire su quali reali presupposti normativi si fondi una concessione di questo tipo. E aggiungiamo anche un’altra questione: perché l’insegnamento della lingua araba dovrebbe passare da una associazione religiosa con il rischio di creare ulteriori divisioni e ghettizzazioni? Non è che durante queste lezioni, si insegnano anche i precetti dell’Islam? Vorremmo ricordare agli amministratori che la vera integrazione non passa certo dall’insegnamento di un’altra lingua, ma dal fornire ai bambini di origine straniera gli strumenti per abbracciare la cultura italiana e aderire ai suoi principi”.

il giornale.it

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