La chiamata alle armi buonista: “L’Italia firmi il Global Compact”

Poteva mancare l’appello buonista per il Global Compact? Ovviamente no. E così è prontamente arrivato.

Il testo è stato scritto da personalità della cultura, della scienza, delle istituzioni e della politica. Tutti convinti della bontà del patto Onu per il diritto a migrare. Tra le firme ci sono magistrati, politici, sindaci, membri di vari associazioni e via dicendo. Ci sono l’ex magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, il presidente di Italia in Comune e sindaco di Parma Federico Pizzarotti, i sindaci Virginio Merola (Bologna) e Giorgio Gori (Bergamo). Tra i volti noti Marco Furfaro, coordinatore nazionale di Futura, Alessandra Ballerini, avvocata della famiglia Regeni, gli scrittori Massimo Carlotto e Maurizio De Giovanni e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Non manca ovviamente l’Arci con la presidente nazionale Francesca Chiavacci e l’Unar con il suo coordinatore Luigi Manconi. All’appello rispondono anche gli scienziati Telmo Pievani, Silvia Bencivelli, Bruno Arpaia, Lucia Votano, Elena Gagliasso, Pietro Greco, Giovanni Destro Bisol, Marica Danubio, Bernardino Fantini, lo storico ambientalista Valerio Calzolaio. Tra i politici anche Monica Frassoni, presidente dei Verdi Europei, Pierfrancesco Majorino, assessore del comune di Milano e Monica Cerutti, assessora in Piemonte.

Come noto l’Italia non ha partecipato alla conferenza di Marrakech sul Global Compact. Il tema aveva fatto litigare la maggioranza e la palla è passata al parlamento. In queste ore la camera doverebbe votare le mozioni (ne sono state presentate tre, una anche dalla maggioranza) e quella approvata dovrebbe lasciare tutto in un limbo. Il testo dovrebbe impegnare il governo a decidere sulla firma o meno dell’accordo proposto dall’Onu, dopo aver riferito all’assemblea e dopo un approfondito dibattito parlamentare, valutando anche i primi mesi di applicazione per gli altri paesi già firmatari. In sostanza, tutto rinviato a data da destinarsi.

“Il Global Compact – si legge nell’appello – è importante perché implica e suggerisce un cambio di prospettiva”. “In linea di massima – continuano – la figura di chi emigra fuggendo dal proprio Paese non dovrebbe esistere” ma comunque “vi è un vantaggio complessivo per i Paesi che accolgono e integrano stranieri e immigrati, con diritti e doveri, nella propria civile convivenza”. Secondo i firmatari “è sbagliato far credere, per becero tornaconto elettorale, che il Global Compact favorirebbe la deregolamentazione in materia di immigrazione. La lettera e lo spirito della bozza del testo indicano altro e la sua attuazione (molto sostenuta da Papa Francesco) aiuterebbe a combattere chi si approfitta del bisogno di migrare e a salvaguardare la vita di tante persone”. Non solo: “La sua adozione – scrivono – può mettere le basi per arrivare a un governo più ordinato, regolare, sicuro delle migrazioni, contrastando trafficanti e criminali, ponendo regole chiare e giuste, assicurando sicurezza, rispondendo a legittime preoccupazioni e paure, garantendo dignità e diritti, favorendo processi di inclusione

Ecco perché i buonisti nostrani auspicano “che l’Italia non si ritiri, ma che anzi sostenga con convinzione e autorevolezza l’accordo in sede Onu“. Il motivo? “Aderire a quel documento sarebbe fondamentale alternativa anche rispetto alla giusta richiesta di superare i Trattati di Dublino, osteggiati a parole ma poi colpevolmente lasciati intatti, specie da chi blatera di contrasto all’immigrazione incontrollata”.

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