Parlamentari britannici: “Islamofobia diventi crimine razzista”

Il parlamento di Westminster, a pochi giorni dall’attentato di Strasburgo, ha esortato ufficialmente il governo britannico a qualificare l’islamofobia, nel quadro della normativa penale nazionale, come un “crimine razzista”.

In entrambe le camere del parlamento si è infatti recentemente formato uno schieramento trasversale, denominato All-Party Parliamentary Group on British Muslims (Appgbm) e deciso a sensibilizzare l’esecutivo May circa la necessità di predisporre “efficaci tutele legali” a vantaggio della comunità musulmana nazionale. Ai comuni, i leader di tale raggruppamento sono il laburista Wes Streeting e la tory Anna Soubry, mentre, alla Camera dei Lord, sono i baroni Nazir Ahmed, esponente della sinistra, e Mohamed Sheikh, conservatore. In ciascuna delle due assemblee, l’Appgbm conterebbe ormai circa “un centinaio di aderenti”.

Ad avviso degli esponenti dello schieramento trasversale, il fatto che la legislazione penale del Regno Unito non classifichi l’islamofobia come una fattispecie criminosa starebbe determinando una “drammatica crescita di aggressioni ai danni dei musulmani britannici”. Costoro sostengono infatti che tale lacuna sarebbe la “principale ragione” alla base dei “71mila” episodi di violenza verificatisi nel 2018 ai danni di soggetti di fede islamica residenti nel Paese.

Anna Soubry, presentando alla stampa l’iniziativa promossa dall’Appgbm, ha dichiarato: “Il fatto che l’islamofobia non sia esplicitamente definita dalla legge come un crimine razzista non alimenta soltanto aggressioni fisiche ai danni dei musulmani presenti nel nostro Paese. Tale lacuna normativa è anche all’origine di tutte le discriminazioni che questi ultimi si trovano costretti a fronteggiare ogni giorno sui luoghi di lavoro, a scuola e negli ospedali. Di conseguenza, la minoranza in questione ha il sacrosanto diritto di vedersi finalmente riconoscere dallo Stato le stesse garanzie e tutele contro ogni forma di abuso delle quali attualmente godono tutte le altre comunità religiose.”

Contro l’introduzione del reato di “islamofobia” si è subito schierato Boris Johnson, leader della corrente “euroscettica” dei conservatori. Egli ha tuonato: “L’attentato di Strasburgo ci ha ricordato che il terrorismo islamico è un fenomeno duro a morire e che trova facile radicamento all’interno delle comunità musulmane stanziate in tutto il territorio europeo. A pochi giorni da tale tragedia, credo che il nostro parlamento dovrebbe considerare prioritario rafforzare il monitoraggio delle moschee e degli imam a rischio radicalizzazione, piuttosto che stravolgere la normativa penale introducendo fattispecie criminose astruse.”

il giornale.it

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