Trovato il ragazzo dello spray. Minorenne: fermato per droga

Ha un volto e un nome il ragazzo presunto responsabile del panico che ha causato sei vittime e sette feriti gravi nella discoteca di Corinaldo, dopo aver spruzzato uno spray urticante tra la folla

Si tratta di un 15enne che vive in provincia di Ancona e che sarebbe stato indicato da numerosi testimoni. È stato fermato nella serata di ieri per droga. In casa aveva eroina, cocaina e contanti. Il fermo però non è collegato alla strage della «Lanterna Azzurra», per la quale nei suoi confronti non sono stati fatti atti formali.

Dalla Procura per i minorenni di Ancona, guidata da Giovanna Lebboroni, non arrivano conferme ufficiali e il riserbo è massimo. Si spiega solamente che nella conferenza stampa convocata per oggi, cui parteciperanno Lebboroni e il procuratore di Ancona Monica Garulli, saranno rese note le decisioni della magistratura. Se ne deduce che le indagini hanno preso una precisa direzione. Per le vicende di Corinaldo il minorenne individuato dagli inquirenti non sarebbe ancora stato sentito dalla Procura competente. E non sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati. Gli investigatori cercano riscontri il più possibile puntuali. È probabile che anche sulla base delle sue dichiarazioni i pm decideranno l’eventuale iscrizione e la formulazione dell’ipotesi di reato. I carabinieri del Comando provinciale di Ancona continuano le verifiche sulle persone indicate dai testimoni. Non c’erano telecamere dentro la «Lanterna Azzurra» e neppure all’esterno. Ci sono però decine di video girati con i telefonini dalle persone che hanno partecipato alla serata. Molti sono stati trovati in rete, ma i carabinieri chiedono a chi ne avesse uno di consegnarlo. In particolare sarebbe appunto stato indicato un ragazzino, con il volto nascosto secondo alcuni con un cappuccio e secondo altri con un cappello e una maschera, che sarebbe salito su una pedana per spruzzare lo spray. Potrebbe anche non avere agito da solo. Una bomboletta è stata ritrovata nel locale dopo la strage e consegnata al Ris che è alla ricerca di impronte digitali ed eventuali tracce biologiche.

Un altro aspetto fondamentale da chiarire è il movente per cui è stato usato lo spray al peperoncino. Se per un assurdo gioco o se per creare un diversivo e rapinare i giovani presenti. Va in quest’ultima direzione la testimonianza di Marco Cecchini, dj della discoteca e figlio di uno dei gestori. «Stavo fumando nella sala di sotto, con la porta di emergenza aperta – ha raccontato – Ad un certo punto è arrivato un ragazzo dalla sala fumatori e mi ha detto: Marco, mi hanno rubato la catenina. Io gli ho chiesto chi era stato e lui mi ha risposto: Non lo so, era un ragazzo che ha spruzzato uno spray al peperoncino». I due avrebbero quindi deciso di rientrare e cercare il ladro. Ma proprio in quel momento è scoppiato il panico: «Faccio un passo in avanti e vedo tutta quella gente che usciva, le prime file sono riuscite a scendere senza problemi poi qualcuno, forse uno che non conosceva il locale, non ha visto le scalette alla fine della rampa ed è caduto, provocando l’effetto domino». Gli inquirenti precisano infine che l’ipotesi che a scatenare il panico e quindi la calca fatale sia stato uno spray al peperoncino è «la più accreditata». Ma che questa pista non può essere l’unica. La scintilla iniziale potrebbe anche essere stata un’altra.

il giornale.it

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