Il silenzio di Di Maio sull’edificio fantasma intestato a suo papà

Il vicepresidente del Consiglio Luigi di Maio imbocca la strada del silenzio. Tace dopo l’articolo de il Giornale nel quale vengono sollevati sospetti di irregolarità edilizie su immobile fantasma costruito su un terreno nel Comune di Mariglianella, in provincia di Napoli, intestato al padre Antonio Di Maio.

Il capo politico dei Cinque stelle parla di Babbo Natale ma non preferisce parola sul proprio Babbo e la storia del manufatto non censito. Eppure, ieri, il ministro del Lavoro ha inondato le agenzie e i seguaci con una raffica di dichiarazioni. Dal summit «Wide opportunities world» di Samsung Italia, il ministro ha parlato di innovazione imprese, reddito di cittadinanza, Europa. Ha elogiato l’abbattimento delle case abusive dei Casamonica a Roma e annullato il comizio elettorale a Corleone. Ma nessun cenno alla storia dell’immobile fantasma beccato con una foto satellitare sul terreno di proprietà di Di Maio senior. Il numero uno dei grillini ha optato per il profilo basso. Per un silenzio sospetto, senza dare spiegazioni sia al Giornale, che aveva provato ad avere un commento attraverso l’ufficio stampa, che agli attivisti dei Cinque stelle. La platea pentastellata è molto sensibile su questi temi. Quando è saltata fuori la storia del condono edilizio, il ministro non ha perso tempo per chiarire la vicenda. Ieri invece nulla: bocche cucite. Il caso crea imbarazzo nel M5S. Sarebbe bastata una diretta Facebook di una cinquanta secondi per fugare i dubbi. Rispondere agli interrogativi posti da il Giornale. Nel 2000 il padre del vicepremier acquista due terreni e un fabbricato a Mariglianella. Ne rileva però solo il 50 per cento, sia dei terreni che del fabbricato. I due appezzamenti ricadono in un’area che il Prg del 1983 del Comune (ancora vigente) destina alla realizzazione di attrezzature sportive ed edifici scolastici. Al momento del passaggio di proprietà non risulterebbero immobili realizzati sui due terreni. Le domande che pone il Giornale sono semplici: nei documenti presenti nel database in dell’Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio padre è titolare solamente delle due particelle di terreno: la n.1309 e n.811. Ma visionando gli estratti satellitari salterebbe fuori un immobile sulla particella 1309. La struttura in muratura non risulterebbe censita al catasto. E non figurerebbe nemmeno nell’elenco dei fabbricati intestati a Di Maio senior. Quell’immobile è stato costruito sulla base di un’autorizzazione edilizia? C’è una pratica di condono in corso? Ma quale? La Campania non ha aderito all’ultimo condono mentre le altre sanatorie risalgono agli anni antecedenti al passaggio di proprietà dei terreni. E quindi, la richiesta di condono pendente andava inserita nell’atto notarile. Domande semplici alle quali Di Maio non ha risposto. Le risposte potrebbero arrivare, presto, dagli uffici del Comune di Mariglianella. Il caso è finito all’attenzione del settore antiabusivismo che ora predisporrà i controlli per accertare eventuali irregolarità. In attesa dell’iter amministrativo, il Pd incalza il vicepremier, chiedendo di riferire in Aula: «Il vizietto di casa Di Maio. Dopo la casa abusiva, anche le tasse evase. Ma tanto ci pensa il figlio ministro a fargli un altro condono. Di Maio riferisca in Parlamento. Eccola l’onestà dei 5 Stelle», scrive su Twitter la senatrice Laura Garavini. Mentre la deputata Alessia Morani lo stuzzica: «Di Maio perché taci?».

IL GIORNALE.IT

 

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