PORTOGALLO E GRECIA ATTACCANO: “L’EUROGRUPPO NON E’ UN’ISTITUZIONE DELL’UNIONE EUROPEA, È UN ORGANISMO ANTIDEMOCRATICO DI RICATTATORI”

 

“L’Eurogruppo – ovvero la riunione dei ministri delle finanze degli stati che usano l’euro – non e’ una istituzione dell’Unione europea: lo dicono anche le sentenze della Corte di giustizia Ue”.

Cosi’ si è espresso il presidente greco Prokopis Pavlopoulos dopo aver ricevuto il titolo onorario di dottore di ricerca presso l’universita’ portoghese di Coimbra.

Pavlopoulos, che si trova in visita ufficiale in Portogallo, ha sottolineato che “l’Eurogruppo e’ solamente un forum informale dei ministri delle Finanze dei paesi della zona euro senza un significato istituzionale, anche se prende le decisioni riguardo ai programmi di salvataggio”.

Secondo l’agenzia di stampa “Ana-Mpa”, il capo dello stato greco ha anche fatto riferimento nel suo intervento ad alcune sentenze della Corte di giustizia dell’Ue sul salvataggio di Cipro, nelle quali si fa esplicito riferimento all’Eurogruppo come ad un forum informale di discussione dei ministri dei paesi aderenti all’euro e non come ad “un organismo decisionale”.

Secondo il presidente greco questa situazione in cui un organismo informale impone decisioni a paesi in difficolta’ economica acuisce “il deficit democratico” di cui attualmente soffre l’Ue.

Ovvero, è un organismo antidemocratico, non eletto, che si arroga diritti di giudizio e di imposizione di ordini a Stati della zona euro senza averne alcuna autorizzazione e rispetto le cui decisioni agli stati è impedita l’opposizione, pena il ricatto con gravi conseguenze finanziarie e politiche.

In precedenza, nella conferenza stampa a Coimbra con l’omologo portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, il presidente Pavlopoulos ha dichiarato che l’Unione europea deve abbandonare rapidamente le politiche “senza prospettive” dell’austerita’, che stanno causando cali nella crescita del Pil della maggior parte dei paesi membri.

Secondo Pavlopoulos, le attuali politiche dell’austerita’ dovrebbero essere sostituite a livello Ue da una politica economica in grado di combinare azioni volte ad eliminare il deficit e la spesa inutile risolvendo al contempo la crisi del debito per arrivare ad una “crescita sostenibile”.

“Questa politica deve sostenere le riforme necessarie e investimenti adeguati”, ha detto il presidente greco aggiungendo che si tratta dei valori base della “cultura democratica europea”.

Pavlopoulos ha parlato di Grecia e Portogallo come di due paesi che hanno sofferto a causa delle politiche recessive imposte dall’Ue e per questo devono “lavorare insieme” per un cambiamento di approccio nella “famiglia europea”, in particolare sulle politiche economiche e dell’immigrazione.

Da Bruxelles non ci sono state repliche, ma le solite “fonti” che si nascondono dietro l’anonimato hanno fatto sapere che la Commissione Ue e l’Eurogruppo non hanno affatto gradito queste critiche democratiche.

 

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