Presidente Mattarella, sì a Banca d’Italia e UPB come contrappesi, no a legiferare o a governare. Per questo ci sono le camere e il governo

Sergio Mattarella si schiera con le autorità indipendenti facendo presente che il “Potere inebria, servono i contrappesi della Costituzione”.

Vorrei fare qualche rispettosa osservazione al Presidente Mattarella.

La prima, di carattere introduttivo, è che ci sarebbe molto da discutere sulla reale indipendenza della Banca D’Italia, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), e delle altre autorità.

Le persone che le dirigono non sono estratti a sorte tra una rosa dei migliori esperti nel rispettivo campo, ma sono state scelte dai governi che ci hanno (s)governato da almeno due decadi, in particolare e in ultimo, dai governi Letta, Renzi e Gentiloni tutti a guida PD con patto (nascosto ai cittadini) con Berlusconi, ai quali prestava parlamentari, del tipo dell’ALA di Verdini, molto utili e in qualche occasione indispensabili per tenere in piedi questi governi.

Andando sullo specifico, ricordo che la ragione per cui è stata creata B. Italia è quella di esercitare, su mandato dello Stato, il compito di creare moneta e di gestirne il flusso.

Inoltre ad essa è proprio il compito di vigilare sulle banche in maniera tale da assicurare il rispetto della legge bancaria e di prevenire gli scandali bancari i cui costi si sono sempre scaricati, inevitabilmente, sui risparmiatori defraudati e sullo Stato, cioè su tutti noi.

Se, ad esempio, Banca d’Italia avesse avuto la ventura di esercitare in maniera perfetta il suo ruolo, si sarebbero potuti evitare gli ultimi scandali bancari che sono costati allo Stato italiano, a tutti noi, oltre 20 miliardi di euro, quanto la manovra economica, ora in discussione, del Governo Conte.

Ma è in grave difetto, sempre a questo proposito, anche, se non soprattutto, la BCE, perché, come vedremo, ormai ha l’ultima parola anche in fatto di vigilanza bancaria.

La Banca d’Italia non ha più il compito, la funzione, di creare moneta né quello di gestire il flusso del denaro, in pratica la quantità di moneta da immettere nel sistema economico a disposizione di tutti i cittadini, e ha solo, in condominio relativo, quello della vigilanza bancaria.

Questi due compiti ora vengono svolti esclusivamente dalla BCE: noi non siamo più uno stato sovrano perché abbiamo ceduto una delle funzioni più importanti, quella appunto di stampare banconote e governare il flusso monetario, a un ente sovranazionale, La Banca Centrale Europea (BCE).

Inoltre, i compiti di vigilanza bancaria non vengono vengono eseguiti in esclusiva da Banktalia, ma vengono condivisi con la BCE: in pratica però l’ultima parola è di quest’ultima come si è visto in questi giorni riguardo a CARIGE.

Quindi questi due istituti, quello europeo e quello italiano, sono in debito con lo Stato italiano, con i cittadini italiani, di almeno 20 miliardi di euro perché non hanno fatto fronte ai loro doveri con la professionalità allo stato dell’arte, come dovrebbe essere in materie così delicate.

Se Draghi e Visco avessero fatto nel migliore dei modi il loro dovere professionale, oggi nel bilancio dello Stato italiano ci sarebbero stati 20 miliardi in più a disposizione dei cittadini, in pratica quanto occorrerebbe per il Reddito di Cittadinaza, la Riforma della Fornero, la Pace Fiscale e la Flat Tax.

Quindi sulla professionalità stiano tutti attenti a proferir parola contro i giovani governanti a 5S e della Lega: abbiamo ‘alti’ esempi di qualcuno di intoccabile, che predica bene ma razzola male.

Quando non si riesce ad evitare un disastro di 20 miliardi di euro, come si fa a ergersi a maestri e a sedersi in cattedra e a chiedere silenzio, attenzione e obbedienza come che si trattasse di oracoli divini?

Presidente Mattarella, bene i contrappesi, ma questi oltre ad essere al di sopra di ogni sospetto (in termini politici), devono aver espresso una storia professionale senza macchia alcuna sul piano dell’efficacia e efficienza.

Il disastro bancario che ha bruciato oltre 20 miliardi di euro dei cittadini italiani sta a dimostrare con evidenza inoppugnabile che così non è stato.

Suscita rabbia poi che l’ex Ministro Padoan, che ha fatto il decreto per staccare un assegno di 20 miliardi di euro a favore delle banche , rimproverato dall’economista Rinaldi , abbia fatto una replica indecorosa e inaccettabile dicendo: “Se le banche falliscono, sono milioni di persone che ci rimettono”.

Rinaldi non è stato pronto ad aggiungere che quell’elenco di banche fallite non è opera di un baro destino, ma di una vigilanza bancaria che aveva il dovere di evitare le cause che hanno prodotto quel disastro e questo dovere non è stato eseguito con l’efficacia e l’efficienza richiesta per un compito così delicato e importante.

La vigilanza bancaria che non è stata all’altezza della situazione ha due nomi: le autorità indipendenti BCE e B.Italia, e per esse il Presidente BCE Mario Draghi e il Governatore B.Italia Ignazio Visco.

Sul piano dello stretto diritto, osservo che queste autorità non hanno il compito di imporre la politica economica al legittimo governo del Paese, hanno quello, riconosciuto per legge, di fare osservazioni e di dare suggerimenti.

Ma le decisioni vengono assunte in libertà dal governo, non possono e non devono cercare, queste autorità, di sostituirsi all’organo esecutivo, in quanto è questo a risponderne al Paese, mentre loro non hanno nessuna responsabilità politica o istituzionale al riguardo.

Forzare la pressione sul Governo fino al punto di voler imporre il proprio punto di vista, Presidente Mattarella, non solo travalica e va ben oltre i contrappesi di cui lei parla, ma pone il problema gravissimo di mettere in dubbio la libertà del governo nell’esercizio delle sue funzioni fondamentali.

Per quanto riguarda infine l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, esso ha da esprimere le sue valutazioni, come stabilisce la legge, ma poi il Governo liberamente le prende in considerazione e infine assume le sue decisioni: le autorità indipendenti non sono chiamate a decidere ma ad essere a supporto delle decisioni, assunte liberamente e responsabilmente, dall’autorità di Governo.

 

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