Immobilizzato e derubato a casa propria da bangladesi. Ecco i responsabili dell’assurda storia

Assurda vicenda al quartiere Alessandrino, Roma. Qui una normale convivenza tra 5 coinquilini è finita molto male per uno di loro.

Il malcapitato è stato infatti legato al letto, derubato e poi accusato di essere lui il criminale. Davvero incredibile la trovata dei suoi carnefici ed ex coinquilini.

Ancora un caso per cui sarebbe bene una risposta che preveda il rimpatrio e la pena scontata presso le patrie galere per gli stranieri che delinquono.

La vittima è un uomo originario del Bangladesh, che divideva la casa con altri quattro suoi connazionali. Quando era tornato a casa, dopo il lavoro, l’uomo aveva trovato i suoi effetti personali in strada e ha chiesto spiegazioni ai suoi coinquilini, cui aveva già versato i 150 euro mensili, necessari per pagare l’affitto dell’appartamento.

Ma ai quattro, tre dei quali sono fratelli, la somma non bastava e hanno chiesto alla vittima altri 3mila euro. Di fronte al rifiuto del connazionale, hanno deciso di legarlo al letto, usando una corda e bloccandogli mani e piedi. Poi l’hanno rapinato, portandogli via 3.500 euro, come riporta RomaToday.

Non contenti, i malviventi hanno chiamato la polizia, annunciando la presenza di un ladro nella loro abitazione. Al loro arrivo, gli agenti, hanno trovato un uomo legato al letto, sorvegliato dai quattro coinquilini, che sostenevano si fosse introdotto in casa per compiere un furto.

La loro versione, però non ha retto, e la vittima ha raccontato tutta la vicenda ai poliziotti, che hanno arrestato i quattro, accusati di tentata estorsione e rapina. Uno dei malviventi è stato denunciato anche per procurato allarme e simulazione di reato“.

Vedremo che pena sarà comminata ai 4 delinquenti e dove la sconteranno. Notiamo che i bangladesi non sono stati incriminati per sequestro di persona. Ma, si sa, meglio riservare questa accusa per Salvini, lasciando stare chi di fatto ha sequestrato un uomo nel proprio letto.

Fonte: Il Giornale

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.