Ilaria Salis è salva: il Parlamento Ue conferma l’immunità per un solo voto

In una decisione che ha sorpreso molti osservatori, il Parlamento europeo ha respinto, per un solo voto di differenza, la richiesta del governo ungherese di revocare l’immunità parlamentare dell’ex attivista italiana Ilaria Salis. La deputata, accusata a Budapest di aver aggredito alcuni militanti di destra nel 2023, può così continuare a esercitare il suo mandato, mantenendo la protezione garantita dall’immunità parlamentare.
La votazione, svoltasi ieri nell’aula di Strasburgo, si è conclusa con 306 voti favorevoli e 305 contrari, confermando la decisione presa in precedenza dalla commissione giuridica dell’Europarlamento. È la seconda volta che Salis si salva grazie a un voto segreto, dopo che anche in quella sede aveva ottenuto la protezione con un margine risicato di un solo voto. La scelta di mantenere l’anonimato nel voto ha permesso ai franchi tiratori di ribaltare le previsioni, creando un risultato inaspettato e molto dibattuto.
L’esito ha suscitato dure reazioni da parte del centrodestra europeo, con alcuni eurodeputati di Fratelli d’Italia e Forza Italia che hanno denunciato un precedente pericoloso. “Per la prima volta, l’immunità copre reati commessi prima dell’elezione a deputato europeo,” ha commentato un rappresentante di FdI, Mario Mantovani. “Si rischia di legittimare la violenza politica e di minare i principi fondamentali della nostra democrazia.”
Le polemiche si sono accese anche sul ruolo del voto segreto, che secondo alcune fonti interne avrebbe favorito gli accordi politici tra gruppi di sinistra, verdi e liberali. “La sorte della Salis è diventata merce di scambio tra fazioni,” scrive il quotidiano Il Giornale, evidenziando come gli equilibri interni abbiano pesato sull’esito finale.
Nelle settimane scorse, la stessa Salis aveva dichiarato di essere disposta a farsi processare in Italia, sostenendo che in Ungheria non avrebbe ricevuto un processo equo. “Lì sarei condannata in partenza per motivi politici,” aveva affermato, sottolineando la sua convinzione di essere vittima di un uso strumentale dell’accusa.
Il caso ha diviso profondamente l’Europa, alimentando un dibattito tra chi vede nella vicenda una difesa dei diritti civili e chi invece denuncia un tentativo di strumentalizzare l’immunità a fini politici. La distanza tra Roma, Budapest e Strasburgo si fa sempre più evidente, mentre la battaglia giudiziaria sulla competenza territoriale del processo rimane aperta.
Con questa decisione, Ilaria Salis potrà continuare a rappresentare i cittadini europei, ma il caso rimane simbolo di un’Europa divisa tra principi democratici e tensioni politiche, che rischiano di minare la coesione tra le istituzioni e gli Stati membri.




