Genitori puniscono il figlio, muore a 7 anni: l’autopsia choc. Cosa gli hanno fatto

Storie come quella di Isaiah, un bambino di soli sette anni, sconvolgono per la loro brutalità e suscitano interrogativi profondi. La sua infanzia, che avrebbe dovuto essere protetta e serena, si è invece consumata in un ambiente di isolamento e disciplina eccessiva. Nel caso di Isaiah, ciò che doveva rappresentare una nuova opportunità è diventato un dramma senza ritorno. La vicenda sfida la capacità delle istituzioni e delle comunità locali di proteggere i più vulnerabili, lasciando molti a chiedersi come tutto questo sia potuto accadere sotto i loro occhi.

“Un bambino problematico”: le circostanze della sua morte

Isaiah è stato portato in ospedale in una fredda giornata di febbraio, manifestando sintomi gravi come vomito e disorientamento, perdendo conoscenza durante il trasporto. Morì il giorno successivo. L’autopsia ha rivelato malnutrizionedisidratazione severa e un gonfiore intestinale anomalo, ma il dettaglio più inquietante è che la morte potrebbe essere stata causata da una dose letale di salamoia di olive, somministrata come punizione.

Un rapporto del Colorado Child Protection Ombudsman ha evidenziato che almeno tre operatori avevano segnalato i metodi coercitivi dei genitori adottivi, Jon ed Elizabeth S., che avrebbero costretto Isaiah a ingerire liquidi salati per correggere comportamenti considerati ribelli. “Era manipolativo e difficile“, raccontavano. La madre sosteneva che “mi odiava già a due mesi“. In un’occasione, Elizabeth avrebbe chiesto al medico un farmaco potente per farlo dormire. Isaiah viveva con altri cinque fratelli educati a casa, essendo l’unico figlio adottivo. Il padre, Jon, era un agente di polizia. La morte di Isaiah avrebbe potuto dare inizio a un’importante indagine giudiziaria, ma il caso è stato chiuso come un incidente. Il procuratore locale, Matt Karzen, ha deciso di non procedere penalmente, affermando che l’autopsia non forniva prove certe di intenzionalità.

Le dichiarazioni nel rapporto della polizia rendono il caso ancora più controverso: la vice coroner Tawnya Bailey avrebbe garantito alla coppia che “avrebbe fatto di tutto per mantenere la vicenda riservata“, aggiungendo che l’investigatore dello sceriffo e il procuratore “avrebbero messo da parte i risultati“. “Abbiamo molte domande senza risposta“, ha dichiarato Stephanie Villafuerte, funzionario statale per la protezione dei minori. Un mese dopo, Elizabeth è rimasta incinta e ha scritto sul suo blog: “Knox è un miracolo nato dal dolore”. Ma il dolore più grande resta quello della verità mancata.

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