Giulia Cecchettin, spuntano nuove chat inedite: “Cosa mi fa Filippo”. Da brividi

Vi avevo mai parlato delle litigate con Pippo quando esco da sola con le nostre amiche dell’uni? Premetto che non mi tratta male, mai mai, e che io sono davvero felice con lui. Non lo dico per giustificarlo ma per farvi capire quanto io non sappia come comportarmi adesso”.
Si tratta di uno dei tanti messaggi inediti che Giulia Cecchettin aveva mandato alle sue amiche, chiedendo consiglio in merito alla sua relazione con Filippo Turetta, ora in carcere per averla uccisa lo scorso 11 novembre, letti durante la puntata di ieri, 2 febbraio, di “Quarto Grado”.

Intanto, proprio nella giornata di ieri, l’Università di Padova ha conferito a Giulia Cecchettin la laurea alla memoria in Ingegneria biomedica. “Io non riesco ad essere felice, – ha detto il padre Gino della 22enne – non vedeva l’ora di indossare la sua meritata corona d’alloro”.
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I messaggi di Filippo: “Mi fai stare male quando esci sola”

La ragazza chiede consiglio su come comportarsi e confida: “Sulla strada ha insistentemente provato a convincermi a dire no alle altre o a fare in modo che fosse un invito per tutti e non solo per noi tre. Mi ha detto cose del tipo: perché mi fai questo? Perché sei così cattiva, sai che mi fai stare male quando uscite da sole. Se la cosa succede davvero niente darà più come prima. Insomma mi ha fatto intendere che potrebbe arrivare a lasciarmi. E in realtà avevamo già avuto litigate simili, però oggi mi sono resa conto che avevo paura. Nel senso che era talmente cattivo con le parole e con i gesti che mi faceva proprio paura“.

L’omicidio a Vigonovo

L’11 novembre era passato a prenderla a bordo della sua Grande Fiat Punto nera per accompagnarla al centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, dove lei avrebbe dovuto acquistare delle scarpe da indossare alla sua festa di laurea. Dopo aver cenato a un McDonald’s, quella sera si erano rimessi in macchina e a circa 150 metri dall’abitazioni di lei, a Vigonovo, un uomo li aveva visti litigare animatamente in un parcheggio, avvisando le forze dell’ordine (che però erano arrivate tardi). Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, in quei momenti Turetta avrebbe colpito Giulia una prima volta; un quarto d’ora dopo l’avrebbe uccisa, con un coltello, nella zona commerciale di Fossò, caricandola inerme in auto e abbandonandone il corpo nei pressi del lago di Barcis.
Poi si era dato alla fuga: sarebbe stato fermato nei pressi di Lipsia, in Germania, e portato nel carcere di Halle, quasi una settimana più tardi. Davanti al pm titolare dell’inchiesta per omicidio aperta in Italia ha già confessato.

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