Travolse e uccise due ragazze, libero a Londra il figlio del regista Genovese. La rabbia dei famigliari

Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, rischia un processo per non aver rispettato i domiciliari cui era condannato per il duplice omicidio stradale di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Gabriella Saracino, madre di Gaia, affida la sua rabbia ai social. “Vediamo cosa pensano i giudici di questa evasione”. Genovese è stato individuato a Londra.

Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli

“Lui è libero, noi all’ergastolo. Il dolore non ha fine”

“Ora vediamo cosa decideranno i giudici per questa evasione. Ah dimenticavo: il povero ragazzo vive serenamente a Londra già da un po’, così lì nessuno può riconoscerlo e chiamarlo ‘assassino’ come a Roma è accaduto”. Ha scritto queste parole sui social, Gabriella Saracino, madre di Gaia Von Freymann. Colta da quello che lei chiama “sgomento” per la notizia, che arriva a 4 anni dal “quel maledetto 22 dicembre del 2019, quando la mia vita si è fermata. Non esiste più Natale, Capodanno. La vita è rimasta lì. Nessuno può capire, ma forse chi ha un figlio può immaginare”.

Una storia senza fine, piena di sorprese che questo ragazzo continua a riservarci. È la seconda volta che non viene trovato a casa. La prima hanno creduto che non avesse sentito il citofono, alle 17 del pomeriggio, con i carabinieri che suonano ripetutamente e bussano alla porta. Questa volta i magistrati pensano sia evaso. Speriamo che il tribunale analizzi bene la vicenda”.

“In primo grado – ricorda Romagnoli – il giudice Gaspare Sturzo lo ha condannato a 12 anni di carcere, ridotti a 8 anni per la scelta del rito abbreviato. Ovviamente Genovese ha fatto ricorso in Appello ed è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere, ma è sempre stato libero perché il tribunale non di sorveglianza tarda a esprimersi“.

“Neanche un’ora di carcere”

In che senso libero? “Aveva già scontato una parte della pena perché aveva trascorso un periodo ai domiciliari, durante il quale adesso sembra sia anche evaso. Sicuramente aveva permessi vari, anche per proseguire gli studi e per ricevere gente. Ad ogni modo considerando il presofferto, con la legge Cartabia e il residuo di pena da scontare, si arriva sotto i 4 anni, quindi non è andato in carcere. Adesso però rischia grosso se viene condannato per l’evasione. Già non è stato considerato il fatto che lui non si è fermato quando ha ucciso mia figlia e Camilla. Gli sono state abbonate tante cose pur di non mandarlo in carcere per una sola ora. Lui è un uomo libero. È stato visto anche a Ponza. Si sente un ragazzo libero. È un ragazzo libero. Quelli all’ergastolo siamo noi. Fine pena mai”.

Genovese dovrebbe scontare pene alternative. Ma c’è un intoppo, dice Romagnoli. “Dal 2021 attendiamo che si esprima il tribunale di Sorveglianza. È questo il problema. Noi ogni giorno da anni aspettiamo che venga fatta giustizia ma i tempi continuano ad essere lunghi. E poi ci arriva questa notizia. Vi sembra giustizia? Non c’è certezza della pena in questo Paese, non è possibile. Lui era ubriaco, senza punti nella patente, sapeva di esserlo e il padre gli ha dato quella macchina. Se questo non è un omicidio allora non capisco”.

Il riferimento ai femminicidi e il dolore privato

Saracino fa un chiaro riferimento al femminicidio. “Fino a quando l’omicidio stradale non sarà considerato come un omicidio normale non ne usciremo. Dovrebbe essere come per i femminicidi: un percorso giudiziario certo. Quest’anno gli omicidi ai danni dei pedoni sono triplicati. Non si può continuare così. Spero che il ministro Nordio faccia qualcosa di più incisivo”.

“Questa cosa mi fa capire che lui e i suoi familiari non abbiano ben compreso cosa ha combinato questo ragazzo. Se è vero che è evaso è grave: lui ha ucciso due ragazze e nessuno lo controlla adeguatamente? Se fosse stato mio figlio lo avrei seguito molto attentamente. Ma io una figlia non la ho più”.

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