Tragedia del bus a Mestre, cosa emerge dalle indagini: “Ci sono tre indagati”

Incidente di Mestre, ci sono i primi tre indagati. Martedì 3 ottobre il bus che trasportava 36 persone, tutti turisti oltre al conducente, ha sfondato il guard rail sul cavalcavia che collega Mestre a Marghera ed è finito di sotto. Sono morte 21 persone, tutte identificate, mentre soltanto due dei 15 feriti hanno lasciato l’ospedale. Nell’inchiesta per omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose ci sono tre indagati.

Tra gli indagati c’è Massimo Fiorese, padovano di 63 anni, amministratore delegato della società “La Linea”, proprietaria del mezzo precipitato dal cavalcavia mentre trasportava turisti da Venezia verso il campeggio Hu di Marghera. Poi Roberto Di Bussolo, 51 anni di Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni di Martellago (Venezia) responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune.

incidente mestre primi tre indagati

La posizione degli indagati nell’inchiesta sulla strage del bus a Mestre

Come riporta “Il Gazzettino” non c’è un’anticipazione di responsabilità per i tre indagati che invece in questo modo potranno difendersi: “L’iscrizione sul registro degli indagati è un atto dovuto per permettere loro di partecipare alla consulenza tecnica e dunque di difendersi, non un’anticipazione di responsabilità, in questa fase tutta ancora da accertare. La consulenza sarà disposta ai sensi dell’articolo 360 del codice di procedura penale, ovvero come accertamento tecnico non ripetibile”.

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Il pm ha affidato la consulenza tecnica all’ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero delle Infrastrutture, soprannominato il “Mastino” dopo i sopralluoghi sull’altra tragedia del ponte Morandi. I tre avvisi di garanzia all’ad della società del bus e ai due tecnici del Comune di Venezia sono stati consegnati in attesa dell’accertamento tecnico irripetibile che la procura ha disposto sul guard rail del cavalcavia. C’è da capire se fosse a norma e quale ruolo possa aver avuto nell’incidente. Come leggiamo su Repubblica un altro accertamento probabilmente sarà effettuato sulla scatola nera dell’autobus. Lì ci sono le immagini delle tre telecamere del bus: una anteriore esterna, e due interne puntate sui passeggeri.

Intanto resta ancora da capire cosa sia accaduto all’autista Alberto Rizzotto, l’unico italiano del gruppo, sul quale è stata disposta l’autopsia. Nelle indagini della Polizia locale si ipotizza il 40enne sia stato colto da un malore. Per questo l’uomo non è più stato in grado di guidare il mezzo che intorno alle 19:38 di martedì sbanda sulla destra del cavalcavia e poi si infila in un varco tra le barriere di protezione, sfondando la banchina e facendo poi un volo di oltre diecie metri.

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