“Cosa hanno fatto a neonati e bambini”. Israele, la scoperta agghiacciante dei soccorsi: “Orrore inimmaginabile”
Guerra tra Hamas e Israele, orrore senza fine. Dalle 6:30 di sabato 7 ottobre in Medio Oriente si è tornati a combattere. Ad oggi, martedì 10 ottobre, i razzi continuano ad essere lanciati dalla Striscia di Gaza mentre proseguono gli attacchi dell’aviazione israeliana. In Israele si contano oltre 900 morti e più di 2.000 feriti, mentre a Gaza le vittime sono 687 e almeno 3.726 feriti. Intanto c’è preoccupazione anche per i numerosi ostaggi catturati da miliziani di Hamas.
Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby ha dichiarato alla Cnn che la minaccia di esecuzioni di ostaggi “deve essere presa sul serio a causa della barbarie di cui Hamas ha già dimostrato di essere capace”. La prima tranche di aiuti militari americani è in viaggio verso Israele. Inoltre presto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parlerà con il premier israeliano Benjamin Netanyahu degli sforzi coordinati con i partner e gli alleati per difendere gli innocenti dal terrorismo. Ma le ultime notizie sul conflitto sono terribili.
L’orrore della guerra: bambini e neonati decapitati
Come riporta Repubblica ci sono anche neonati e bambini piccoli tra le vittime degli attacchi di Hamas a Israele. Alcuni di loro sono stati decapitati. A tre giorni dal primo attacco sferrato sul territorio israeliano per la prima volta i soldati dell’esercito israeliano ha consentito ai media di entrare in un kibbutz, quello di Kfar Aza. In tutto sono stati rinvenuti i corpi di quaranta tra neonati e bambini. Alcuni avevano la testa tagliata. A riferirlo è i24News che parla di “orrore inimmaginabile”.
Israele sta bombardando la Striscia di Gaza dopo aver decretato lo stato di guerra e richiamato 300mila riservisti alla vigilia di un attacco via terra. Ha annunciato inoltre un “assedio completo” di Gaza con il taglio delle forniture di acqua, cibo, carburante ed elettricità. Ma perché l’attacco di Hamas proprio adesso? La redazione esteri dell’Avvenire spiega: “Lobiettivo dichiarato per l’apertura del conflitto è la liberazione dei luoghi santi islamici e l’indipendenza dei Territori palestinesi”.
Oltre a ciò, però, proprio in questo periodo “sono in corso trattative tra Israele e Arabia Saudita per un allargamento dei cosiddetti Accordi di Abramo del 2020 che, sponsorizzati dagli Stati Uniti di Trump, hanno aperto o riavviato canali diplomatici tra lo Stato ebraico ed Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan. Riad punta a isolare proprio Teheran e integrare nella regione la sua economia post-petrolifera. D’altra parte, uno dei temi sul tavolo sono le concessioni che Israele dovrebbe fare all’Anp dell’87enne Abu Mazen per riprendere le trattative di pace. Tutto questo è inviso ad Hamas (e ai suoi alleati)”.