Scontrini ‘folli’, un altro caso in Italia: nel conto il secondo cucchiaino per dividere il dolce

Prezzi e scontrini assurdi, ci risiamo. Dopo il polverone mediatico alzato dai 2 euro per il toast tagliato a metà e i 2 euro per un piattino di condivisione (vedi articolo sotto, ndr) arrivano altre segnalazioni. Stavolta parliamo di 1,50 euro, prezzo che due clienti hanno dovuto pagare, con tanto di nota sullo scontrino, in un ristorante-pizzeria di Alba, cittadina nota per il tartufo bianco in provincia di Cuneo, Piemonte. Per cosa? Beh, non ci crederete.

I due clienti hanno chiesto due cucchiai per poter assaggiare il dolce, una crema catalana da 5 euro. Quando sono andati a leggere lo scontrino hanno avuto la brutta sorpresa: nel costo totale sono stati conteggiati anche i “2 cucchiai” per l’assaggio. Ovviamente i due hanno denunciato il tutto postando la foto dello scontrino sui social e il fatto è stato riportato dal giornale “La voce di Alba”. E la legge cosa dice? Anche qui le notizie non sono buone, almeno per i clienti…

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Due cucchiaini a 1,50 euro, cosa dice la legge

Prezzi gonfiati, menù per turisti stranieri e altre ‘amenità’, o se volete ‘furberie’, sembrerà strano, ma sono corrette dal punto di vista giuridico se correttamente indicati nel menù. Lo spiega l’avvocato, giornalista e presidente di Consumatori.it Massimiliano Dona. È vero l’Italia, e non solo, si sta faticosamente riprendendo dopo i due anni terribili di pandemia e inflazione alle stelle (per non parlare del potere d’acquisto diminuito in Italia negli ultimi 30 anni, caso unico nell’Ocse). Ma quella del 2023 può essere considerata a buon diritto “l’estate dei sovrapprezzi folli applicati da ristoranti e pubblici esercizi ai clienti”.

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Lo sostiene Assoutenti che mette in guardia i consumatori sulle voci aggiuntive che possono gonfiare il costo totale di un bene o servizio. Il presidente Furio Truzzi afferma: “Oltre al caso del piattino a 2 euro in un’osteria di Finale Ligure, e all’extra sempre di 2 euro in un bar del comasco per tagliare in due un panino, sempre più numerosi sono i ristoranti che applicano un sovrapprezzo, in media da 2 a 5 euro, per la voce coperto, servizio che spesso però è inesistente, perché rappresentato da tovaglietta di carta sul tavolo, come pure di carta è il tovagliolo messo a disposizione del cliente”.

C’è una ‘questione aperta’ pure sul pane che “molti ristoratori fanno oramai pagare a parte con un costo forfettario a persona, anche se il pane viene poi portato al tavolo in un cestino in condivisione”. E ancora le voci per “il servizio, in media da 2 a 4 euro a persona, come se la raccolta delle ordinazioni e il trasporto dei piatti dalla cucina ai tavoli da parte dei camerieri non fosse una prerogativa dei ristoranti, ma un servizio extra da addebitare ai clienti”. Per non parlare dei “casi estremi di pubblici esercizi che applicano balzelli da 0,50 centesimi o 1 euro a chi paga il conto tramite Pos. Una pratica questa del tutto illegale che può portare a salate sanzioni verso gli esercenti”.

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