LA NUOVA TASSA IN ITALIA, DECISIONE SOFFERTA MA DI CUI NON SI PUÒ FARE A MENO

Sin da quando la Meloni ha trionfato alle elezioni politiche di settembre 2022, si è aperta una questione gravosa. Troppi i problemi da fronteggiare, troppi i dubbi attorno a misure introdotte per risollevare la nostra Penisola da una crisi economica davvero epocale, legata ad una serie di fattori che si sono verificati in concomitanza o quasi.

Se lo scoppio delle ondate pandemiche da Covid ci ha messo al cospetto di una realtà complessa, stravolgendo il nostro modo di intendere la vita e facendoti tenere in considerazione l’imprevedibilità che cambia il corso degli eventi, poco dopo ci ha pensato la guerra, tutt’oggi in corso, tra Russia e Ucraina, a darci il colpo di grazia.

Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci che è subentrata un’altra cosa, rendendo lo scenario difficile, in tutti i settori. Abbiamo assistito ad un rincaro pazzesco dei beni di prima necessità, dei costi di luce e gas, del carburante ma l’inflazione, dal 2021 ad oggi, continua a incidere pesantemente.

Ad essere intaccata non è solo la sfera che ruota attorno a noi in senso più stretto, ma c’è un settore ,di cui vi parleremo, che è tra i maggiormente colpiti dagli effetti dell’inflazione.

In Italia sta per arrivare una nuova tassa della quale non si può fare a meno. La decisione è decisamente molto sofferta ma sembrerebbe trattarsi del lame minore. Vediamo, in dettaglio, di quale tassa si tratta, nella seconda pagina del nostro articolo.

Il sistema sanitario italiano è alle prese con una grave finanziaria, con un buco stimato di 15,2 miliardi di euro nel 2024. A livello nominale, è stimato un aumento di 4, 9 miliari del fondo sanitario nazionale eppure si è perfettamente consapevoli che la reale capacità di spesa diminuirà dell’11% a causa dell’inflazione sanitaria che divora il potere d’acquisto. Le finanze del sistema sanitario si sono depauperate per una serie di motivi , tra i quali vi è il costo dei rinnovi contrattuali dei medici. L‘inflazione, negli ultimi anni, quelli, per intenderci, della pandemia da Covid e della guerra tra Russia e Ucraina, è salita esponenzialmente ma i salari dei medici e del personale sanitario non sono stati adeguati correttamente.

La loro reale capacità di acquisto è calata e, ovviamente, ne sono conseguite una serie di lamentele tra i professionisti. A questo si è aggiunto un altro problema non da poco: quello dei rimborsi delle industrie del biomedicale. Stanno sorgendo dubbi sulla trasparenza e l’efficacia della gestione finanziaria nel settore della sanità.

Ovvio che la crisi del sistema sanitario si ripercuote inevitabilmente sui pazienti, dal momento che si hanno meno risorse disponibili per l’acquisto di nuove attrezzature mediche all’avanguardia e la modernizzazione delle strutture ospedaliere. E’ per questo che, da diversi anni, molti nostri medici lasciano l’Italia, fuggendo all’estero, certi di poteri trovare condizioni lavorative migliore.

Da un lato si perde personale esperto qualificato, dall’altro chi rimane, deve fare i conti con condizioni lavorative stressanti, con turni di lavoro pesanti, in ospedali affollati e vecchi. In questo modo si mette a repentaglio la salute dei pazienti ma anche il benessere psicologico e la salute mentale degli operatori.

La politica ha dovuto fronteggiare con urgenza quest’emergenza. In queste ore, come riportato da La Stampa, si è a caccia di misure e idee volte a risollevare il sistema finanziario. E si parla, sempre di più, di una tassa sul gioco d’azzardo. Una soluzione sofferta, che sta creando non pochi malcontenti ma che sembra inevitabile per preservare la qualità dell’assistenza sanitaria italiana. La salute prima di tutto.

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