Spionaggio sul Lago Maggiore, tutta la verità

Il recente naufragio della Love Boat sul Lago Maggiore ha svelato una trama potenzialmente internazionale. Oltre ai membri dell’Aisi e del Mossad, si scopre che a bordo c’erano anche uomini dell’Aise, l’agenzia dei servizi segreti italiana che svolge operazioni al di fuori dei confini nazionali. Nonostante la loro competenza all’estero, sono stati individuati in Lombardia e Piemonte, riferisce La Repubblica.

Si presumeva che questi agenti fossero stati presenti per una “festa di compleanno”. Tuttavia, questa spiegazione è stata fornita solo dopo la morte di quattro dei 23 passeggeri a bordo. La festa era un incontro di persone influenti, tra cui Claudio Carminati, che aveva raggiunto l’Isola dei Pescatori quella mattina.

Pieno di russi

L’isola è recentemente diventata un punto di riferimento per gli investitori russi che stanno mettendo capitali sospetti in alberghi e ville locali. Gli agenti avevano pranzato in un ristorante stellato poco prima dell’incidente, ma sospetti indicano che potrebbe esserci stata una missione in corso già da prima.

La barca era omologata per 15 persone, ma ne portava 23. C’è una ipotesi che suggerisce una possibile operazione del Mossad con il supporto dei servizi segreti italiani. Tra le vittime c’era la moglie dello skipper, la russa Anna Bozhkova, 50 anni, insieme agli agenti italiani Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, e l’ex agente del Mossad Shimoni Erez.

Le indagini in corso del sostituto procuratore Massimo De Filippo si concentrano sulla tragedia stessa, ma lo scafo della barca sarà ispezionato una volta trasferito a Sesto Calende. Il processo di trasferimento richiederà l’uso di una gru e richiederà alcuni giorni.

Una missione di “anti-proliferazione”

Il Corriere della Sera, nel frattempo, riporta che l’incontro potrebbe essere stato parte di una missione di “anti-proliferazione”, volta a garantire la sicurezza di Israele attraverso operazioni congiunte con l’intelligence italiana. Queste missioni sono state progettate per impedire che agenti di altri paesi acquisiscano macchinari, tecnologia e armi.

La missione in questione aveva come obiettivo un paese del Medio Oriente non specificato. In passato, simili operazioni hanno coinvolto l’Italia e la Svizzera per intercettare apparecchiature farmaceutiche destinate a centri di ricerca sui vaccini, possibilmente legati a programmi di sviluppo di armi batteriologiche da parte di uno “Stato canaglia”.

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