TUMORE DEL PANCREAS, SI PUÒ SOPRAVVIVERE? LE PAROLE DEL MEDICO

Gianluca Vialli, capo delegazione della Nazionale italiana, non ha certo bisogno di presentazioni. Sono passati 5 anni da quando, per la prima volta, del suo tumore al pancreas. Nato a Cremona è classe 1964, oggi ha 58 anni e ancora ha una carriera attiva. Parliamo di uno degli uomini sportivi più ammirati d’Italia, dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante e capo delegazione della nazionale italiana.

Vialli è considerato uno dei migliori centravanti degli anni ’80 e ’90 dell’epoca in cui era attivo nel ruolo. E’ stato vincitore di moltissimi trofei in campo sia nazionale che internazionale, capocannoniere dell’Europeo Under 21 nel 1986, della coppia Italia nel 1989 e della coppa delle coppe nel 1990. Gianluca ha anche lavorato in Sky nell’ambito sportivo.

Una carriera costellata di successi, di riconoscimenti, sino all’agghiacciante scoperta di un tumore neuroendocrino al pancreas e all’annuncio, sofferto ma doveroso, arrivato solo pochi giorni fa. Queste le sue parole: “Al termine di una lunga e difficoltosa trattativa con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”.

Parole che sono un vero e proprio colpo al cuore per gli amanti del calcio e per chi, di calcio vive, pronunciate alla Figc, annunciando così la sua assenza in occasione delle prossime gare degli Azzurri, attesi nel 2023 dall’inizio delle qualificazioni all’Europeo 2024.

Vialli ha aggiunto: “L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi”. Purtroppo in queste ore, le sue condizioni sono drasticamente peggiorateMa cos’è il tumore al pancreas che ha colpito il campione? Vediamolo insieme, sulla base delle definizioni mediche. 

Il tumore del pancreas, fanno sapere i medici, è una malattia caratterizzata dalla comparsa di cellule anomale nel tessuto pancreatico. Nella maggior parte dei casi, le neoplasie si sviluppano nel pancreas esocrino, ovvero nella porzione deputata alla produzione gli enzimi utili alla digestione, originando nella testa o nel collo del pancreas. I dati relativi alle diagnosi sono davvero agghiaccianti in quanto per quanto riguarda il nostro Paese, solo 2020, esse sono state oltre 14 mila.

Il tumore al pancreas è un tumore silente ma malvagio, il più letale di tutti, non a caso 3/4 dei malati, nel giro di un anno dalla diagnosi, purtroppo non ce la fa.Ma questo a cosa è dovuto? Innanzitutto dal fatto che, specie nelle fasi iniziali della malattia, non si manifestano sintomi oppure si tratta di sintomi talmente aspecifici, da non creare sospetti sino a quando, in ritardo, arriva la sconcertante diagnosi.

Insomma, il calvario ha inizio quando già il cancro ha formato metastasi, intaccando, dunque, altri organi vitali. Essendo ricco di tessuto stromale, per tale organo colpito da tumore, è difficile veicolare farmaci al suo interno farmaci in grado di sconfiggerlo ed è per questo che è così difficile da trattare. Dato che crea metastasi molto rapidamente, pur quando è ancora di ridotte dimensioni, la rimozione chirurgica del tumore non è indicata in tutti i casi di neoplasia pancreatica.

La chirurgia può essere applicata ad un ristretto e selezionato numero di pazienti, pari a circa il 20-30% di tutte le nuove diagnosi. E’ fondamentale il centro ospedaliero in grado di erogare la prestazione, dato che il tumore al pancreas, rimosso chirurgicamente, può creare un forte rischio di complicanze e mortalità, per cui l’esperienza dei chirurghi è essenziale. Esistono in Italia diversi ospedali specializzati che sanno gestire al meglio le complicanze post-operatorie. Ovviamente l’intervento chirurgico da solo non basta. In diversi casi, viene effettuata la chemioterapia prima dell’intervento, per trattare da subito le possibili micrometastasi, rimpicciolendo il tumore primitivo. Se la malattia è in fase avanzata, l’uso della chemioterapia può essere d’aiuto per ridurre le dimensioni del tumore, controllare i sintomi, migliorare il benessere e le capacità funzionali del paziente e prolungare la sopravvivenza.

La chemioterapia standard è rappresentata dal trattamento con sola gemcitabina, nei casi in cui il tumore al pacreas è metastatico. Un’altra possibilità è rappresentata dalla somministrazione di FOLFIRINOX (5-fluorouracile, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino) o gemcitabina più nab-paclitaxel., r5accomandata per i pazienti con cancro pancreatico metastatico, anche se la sua tossicità è superiore a quella della sola gemcitabina. Un’altra possibilità di cura è la combinazione di più farmaci come il 5-fluorouracile, l’oxaliplatino e l’irinotecan. Un mix chiamato tecnicamente mFOLFIRINOX. A differenza di molte altre neoplasie, il tumore al pancreas è scarsamente vascolarizzato, per cui è difficile, in tal caso, far arrivare a destinazione i farmaci. L‘immunoterapia non si è dimostrata utile per il tumore al pancreas. Per migliorarne gli effetti dell’immunoterapia , va modificato il microambiente tumorale, anche se la ricerca è ancora lunga.

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