UOMO MORTO PER 90 MINUTI, SVELA LA SUA ESPERIENZA 

Ci sono storie che affascinano, che incuriosiscono, da tempi immemori. Uno dei rebus più antichi e mai risolti è quello del post-mortem. In tanti si chiedono cosa ci sia dopo la morte.

Se l’evento morte, di per se, a molti fa paura, fa rabbrividire e questa paura si è intensificata in concomitanza con la pandemia che, facendo irruzione nelle nostre vite, ci ha fatto capire quanto basti davvero poco a stravolgerle, cosa avviene dopo il decesso è ancora oggi un mistero.

I popoli di tutti i tempi, gli scienziati, i ricercatori di tutte le epoche, si sono sempre posti questa domanda, senza mai riuscire ad arrivare ad una conclusione, in quanto quello che possiamo sapere è legato alle testimonianze di di chi è morto, per poi tornare in vita.

Sono testimonianze a cui alcuni credono, altri no, in quanto in ballo, essendo un argomento decisamente complesso, entra l’etica, la morale, la religione. Ogni esperienza è assolutamente soggettiva.

Quella che sto per raccontarvi è relativa al racconto di un uomo morto per 90 minuti, tornato in vita grazie all’intervento dei paramedici. Vediamo cosa ha dichiarato.

I fatti di cui vi parlerò risalgono al 2019 quando il 61enne Alistair Blake,  protagonista della vicenda, è deceduto per 90 minuti dopo aver subito un arresto cardiaco. Grazie al prodigioso intervento dei paramedici che lo hanno tempestivamente soccorso, l’uomo è tornato in vita,  e ha deciso di condividere la sua assurda quanto drammatica esperienza sui social. Blake ha descritto nei dettagli l’evento “che gli ha cambiato la vita” e lo ha fatto nel  podcast I’ve Got News For You di news.com.au. Tutto è iniziato quando la  moglie, svegliandosi  intorno alle 3 del mattino, si è allarmata per il suo stato. Avendo il sonno leggero,  ha afferrato il suo cellulare,  chiamando immediatamente l’ambulanza.

Dall’altro capo del telefono, le hanno spiegato cosa fare, dicendole di togliere il marito dal letto, per poter eseguire la RCP. La donna ha effettuato la RCP per 20 minuti, sino all’arrivo dei paramedici i quali hanno prima fatto la RCP , e poi hanno proseguito con il defibrillatore per 10-12 volti. Nel frattempo, gli agenti di polizia, giunti presso l’abitazione, hanno accompagnato la moglie Melinda in un’altra stanza, mettendola al corrente di quello che sarebbe potuto accadere. Le hanno detto che difficilmente il marito ce l’avrebbe fatta.

I paramedici, dopo 90 minuti, in cui hanno fatto l’impossibile per scongiurare la tragedia, sono riusciti a trovare il battito, dunque Alistar è “ritornato in vita” dopo essere morto per più di un’ora. Al risveglio, una settimana dopo, l’uomo, ricoverato presso il Frankston Hospital, non presentava segni di una lesione cerebrale e questo ha lasciato gli stessi medici che si sono presi cura di lui, monitorandolo, senza parole, al punto da soprannominarlo Lazzaro, proprio come l’uomo che è stato resuscitato dai morti.

Questo quanto dichiarato da Alistair a I’ve Got News For You: “Ricordo di essere andato a letto il sabato sera e la cosa successiva che ricordo è stato svegliarmi il giovedì mattina su una barella che va dalla terapia intensiva alle cure coronariche”, aggiungendo: “Il cervello umano ha completamente bloccato quello che è successo nel mezzo. Molte persone mi chiedono se ho visto qualcosa, e no, non ho visto niente. Niente luci, niente del genere”. Alistair ha voluto raccontare la sua toccante esperienza, dichiarando di non ver visto quella famosa “luce bianca” che in diversi altri affermano di aver visto. Patrick Steele, un consulente di cure palliative di Palliative Care South East, ha spiegato a I’ve Got News For You le ragioni scientifiche e spirituali che si nascondono dietro la misteriosa “luce bianca” che alcuni pazienti dichiarano di aver visto.

Steele ha spiegato che da una prospettiva spirituale, alcune persone credono che la luce brillante sia uno sguardo nell’aldilà o un segno che la coscienza sta lasciando il cervello, mentre dal punto di vista medico, quello a cui lui aderisce,  si tratta di un cambiamento nel modo in cui funziona il nostro corpo, in particolare il cervello, che necessita di molto ossigeno e sangue per lavorare efficacemente. Logico che se l’ossigenazione viene interrotta, il cervello non agisce come dovrebbe. In parole spicce, Stelle ha paragonato la luce brillante a un’esperienza che molte persone hanno quando svengono, chiosando: “Il cambiamento dell’afflusso di sangue che si verifica nel cervello a causa della bassa pressione sanguigna si traduce in una sorta di visione a tunnel, quindi l’oscurità arriva dall’esterno prima che si sviene. Per me, questa (luce bianca) è una versione più esagerata dello svenimento“.

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