MAMMA PORTA AL PARCO LA FIGLIA DI 5 ANNI E LA UCCIDE TAGLIANDOLE LA GOLA

Storie dell’orrore, storie di figlicidi, di madri assassine. Prosegue la mattanza, prosegue la scia di sangue che colpisce piccole anime innocenti, colpevoli solo di non essere state amate.

“Amore”. Una parole troppo difficile da manifestare per una mamma nei confronti di un figlio? Cosa sta accadendo? A cosa è dovuta quest’ondata di omicidi efferati commessi da chi ha messo al mondo un figlio per poi ucciderlo?

Ce lo chiediamo ogni giorno, dai casi “italiani” di Elena Del Pozzo e della piccola Diana Pifferi, sino a quelli di cronaca estera. Perché il mondo è pervaso da tutto questo orrore?

Come fa una donna che ha tenuto una creatura nel suo grembo e che l’ha generata, compiendo il miracolo della vita, a decidere di porre fine alla sua esistenza?

Poco fa, l’ennesima agghiacciante storia; una di quelle che farebbero rabbrividire chiunque. Un’altra piccolina uccisa da colei che l’ha messa al mondo in un modo atroce.

E’ accaduto nel Texas e la storia è stata ripresa dai principali siti d’informazione, inorridendo i lettori che si sono lasciati andare a commenti pesantissimi dopo l’ammissione di colpevolezza della carnefice. Melissa Towne,35 anni, si è presentata domenica mattina in un ospedale nella contea di Harris, l’HCA Tomball, con il cadavere della figlioletta di appena di 5 anni.

Davanti ai medici ha confessato: “Ho ucciso la mia bimba” . Lo ha fatto dopo aver fornito una versione decisamente diversa: quella che la piccola si trovava nella Jeep, in quanto era stata pugnalata, senza specificare chi le avesse provocato l’aggressione ma limitandosi a dire che “stava male” In realtà la minore era stata sì caricata sul retro del mezzo, ma dopo essere stata da lei uccisa e gettata in un sacco a rete da bucato. Quello che un’infermiera di turno si è trovata dinnanzi agli occhi, nell’aprire la Jeep della 35enne, è a dir poco impressionante.

La bambina era all’interno del sacco, a pancia in giù. Nel girarne il corpo, i medici hanno notato che era completamente ricoperta di sangue, con un’enorme ferita al collo, sul quale vi erano segni di una corda, e a nulla sono serviti i tentativi di rianimazione, sino alla constatazione dell’avvenuto decesso, alle 12:10 di domenica. Solo dopo la confessione, per verificare che le sue affermazioni fossero vere, la 35enne è finita in manette, presso il carcere della contea di Harris, mentre le indagini volte alla ricostruzione dello scenario in cui è stata compiuta l’azione omicidiaria sono scattate immediatamente.

La piccola, come emerso in tribunale, sarebbe stata pugnalata al collo, nello Spring Creek Park, poco distante dall’ospedale. La reo confessa Towne, secondo le autorità che si stanno occupando del caso, ha portato la figlioletta al parco, per poi dirigersi verso il bosco. Lì ha messo in ginocchio la piccola e le ha tagliato la gola. Stando alle prime indiscrezioni che trapelano dalle indagini, la vittima non è morta sul colpo, ma avrebbe urlato disperatamente “Sono stata brava” per sottrarsi alla sua tragica fine.

La furia omicida della madre, però, è proseguita implacabile, e dopo 30-40 minuti in cui ha continuato a strangolarla, la piccola è deceduta.. La Towne ha definito la figlia “malvagia“, aggiungendo che “non voleva più avere a che fare con lei”. Sarebbe stato questo il movente che avrebbe guidato l’assassina a compiere l’omicidio. Il coltello, ossia l’arma del delitto, è stato ritrovato dagli stessi agenti, nel corso di una perquisizione, nella tasca della Towne. Pare che la donna abbia, alla spalle, una storia di senzatetto ma è tutto in corso d’indagine.

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