ADDIO AL REDDITO DI CITTADINANZA: LA NOTIZIA POCO FA

Il reddito di cittadinanza, come ormai noto, è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. i beneficiari della stessa si obbligano a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale.

Sin dalla sua introduzione, il cavallo di battaglia del M5S, saldamente sostenuto da Conte è stato da molti aspramente criticato e tutt’oggi il dibattito è più aperto che mai.

Se Conte ha sottolineato, sin dalla vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre della Meloni, quanto questo strumento sia intoccabile, consentendo a milioni di famiglia italiane di arrivare a fine mese, non tutti la vedono allo stesso modo, questo è risaputo.

Sono in tanti i furbetti del Rdc; quelli che continuano a percepirlo nonostante non abbiamo i requisiti per farlo, così come, invece, per altri è fondamentale riceverlo.

Vediamo insieme cosa sta accadendo proprio sulla annosa questione “reddito di cittadinanza” ora che si è formato il nuovo governo, partendo proprio dalle parole della leader di Fratelli d’Italia, nonché premier. 

La Meloni, qualche giorno fa, nel discorso programmatico alla Camera, ha parlato proprio del reddito di cittadinanza e queste sono state le sue dichiarazioni: “Vogliamo mantenere e, dove possibile, migliorare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in grado di lavorare”, mentre “per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro“.

La premier ha una sua ben precisa concezione del Rdc, ritenendo che “per come è stato pensato e realizzato” ha rappresentato “una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”. Il governo, con molta probabilità, interverrà con modifiche pesanti su questa misura, anche se, nel programma di Fratelli d’Italia, partito di cui Giorgia è leader, era prevista l’abolizione di tale misura e l’introduzione di un nuovo strumento che tutelasse disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico; insomma tutti i soggetti fragili.

Di sicuro il Rdc, per come oggi si presenta, non va bene alla maggioranza. Secondo la Meloni chi è occupabile, va sostenuto, con percorsi di formazione e di accompagnamento al lavoro. Per quelli che possono lavorare, si potrebbe decidere di ridurre il numero di volte in cui è possibile rifiutare l’offerta di lavoro prima di perdere il reddito oppure modificare i criteri per stabilire se un’offerta di lavoro è congrua (oggi deve trovarsi entro 80 km di distanza dalla residenza di colui che percepisce la misura).

Oppure, se si prendesse alla lettera quando detto da Meloni, si potrebbe trasformare il Rdc in una misura che esclude chi è ritenuto abile al lavoro, rimborsandogli, al massimo, le spese e i corsi i formazione finanziai dal Fondo Sociale Europeo.

I percettori di reddito di cittadinanza che sono considerati in grado di lavorare sono 800mila persone ed il nuovo governo potrebbe decidere di togliere loro la misura. Intanto il tempo stringe, in quanto la legge di bilancio per il 2023 va approvata dalle Camere entro il 31 dicembre 2022, inviando il programma di bilancio entro fine novembre all’Ue. Urge capire che destino spetterà al reddito di cittadinanza.

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