Rossella Schettino parla del naufragio: “Da De Falco mi aspettavo silenzio dopo 10 anni”

In occasione dell’anniversario del naufragio della Costa Concordia, è tornata a parlare in merito alla questione Rossella Schettino. La figlia dell’ex comandante condannato a 10 anni di reclusione ha lasciato alcune dichiarazioni in merito a quanto accaduto 10 anni fa. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

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A distanza di 10 anni dal naufragio della Costa Concordia Rossella Schettino ha deciso di rilasciare alcune dichiarazioni in merito alla vicenda giudiziaria che ha visto protagonista suo padre Schettino. In particolare, la ragazza ha parlato anche in merito all’ex comandante De Falco. Scopriamo insieme cosa è successo nel dettaglio.

Schettino Rossella

Sono passati ormai 10 anni da quando la Costa Concordia è naufragata. Al comando c’era l’ex comandante Schettino il quale ha ricevuto una condanna a 16 anni di reclusione che attualmente sta scontando. Adesso a parlare è la figlia, Rossella Schettino:

Mio padre non ha mai più avuto contatti con l’avvocato Laino Donato. Sono perplessa quindi davanti all’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa che riporta virgolettati mai pronunciati da mio padre.

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Quando la nave è’ affondata nei pressi dell’Isola Del Giglio, la ragazza aveva solo 15 anni, eppure ricorda ogni particolare di quegli attimi di terrore. Lei stessa si è scagliata anche contro De Falcoex comandante coinvolto in alcune telefonate di quella notte:

Per me è incomprensibile che nell’immediato dell’incidente sia stata divulgata la sola telefonata delle 01.46, tralasciando gli audio delle ore 00.17 e 00.30. Questi spezzoni proverebbero sia l’improvviso abbattimento della nave che le richieste di mio padre di spostare i soccorsi sul lato dal quale erano cadute persone in mare a causa dell’abbattimento.

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Stando alle parole della giovane, lei stessa ha dichiarato che si aspettava almeno il silenzio da parte di De Falco. Queste le sue confessioni:

Quell’area della nave non è stata pattugliata fino alle 01.46, orario in cui mio padre ha ricevuto la chiamata di De Falco che dava segno di non aver ancora comprendo che la nave era abbattuta e semiaffondata. La diffusione di quegli audio avrebbe chiarito la dinamica dei fatti che ha causato l’uscita fuori bordo di mio padre. A distanza di anni sarebbe stato apprezzato dal Sig. De Falco un religioso silenzio.

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Inoltre, Rossella Schettino ha concluso l’intervista affermando che suo padre sta scontando la pena in carcere in decoroso silenzio:

L’anniversario del naufragio non è un evento da celebrare, ma una triste ricorrenza che non dovrebbe lasciare spazio ad autocelebrazioni né generare onde emotive che potrebbero essere dannose per il prosieguo di iter giudiziari previsti dalla legge italiana ed europea. All’epoca dell’incidente ero appena 15enne e se esiste una scala di misurazione del dolore, il mio è prossimo a coloro che hanno perso gli affetti più cari. Rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime.

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