No, non abbiamo portato noi il coronavirus in Africa. Il fact-checking

Roma, 28 feb – Il coronavirus è arrivato in Nigeria, e a portarlo sarebbe stato un italiano, un cittadino milanese che attualmente lavora nel Paese africano ed era appena rientrato dal capoluogo lombardo. Ne ha dato notizia ieri il ministero della Salute nigeriano. Con i milioni di cinesi che risiedono in Africa, al momento dei 3 casi confermati di persone contagiate da coronavirus (Egitto, Algeria e Nigeria) 2 sono di nazionalità italiana. Questo ha permesso ad alcune testate, tra cui Open, di titolare così: “Abbiamo portato noi il coronavirus in Africa: è italiano il primo caso in Nigeria”. Questa è una notizia falsa, una fake news o un “fattoide” per dirla alla David Puente. Il primo caso di coronavirus riscontrato in Africa risale al 15 febbraio scorso, quando un cittadino cinese è stato ricoverato al Cairo.

In Africa quasi nessuno sa diagnosticare il coronavirus

Eppure la notizia del contagio in Nigeria ha dato il via alla vulgata degli “italiani untori in Africa” da parte di trionfanti autorazzisti e immigrazionisti vari che, come era parimenti prevedibile, hanno deciso di togliere dall’equazione l’allarme lanciato nei giorni scorsi proprio dai ricercatori africani: se nessun Paese è tra quelli infetti dal coronavirus, “non è perché nessuno è infetto, ma perché quasi nessuno è in grado di diagnosticarlo“, ha dichiarato a LeMonde Amadou Alpha Sall, virologo e vicedirettore dell’Istituto Pasteur di Dakar (Ipd), Senegal. Mancano gli strumenti diagnostici, quindi: per quanto ne sappiamo, il 2019-nCoV potrebbe già essersi diffuso senza che nessuno riesca effettivamente a verificarlo. Ma ovviamente ai progressisti anti-italiani fa molto comodo omettere questo particolare dal discorso. Basti pensare che in un Paese come il Senegal solo due strutture sono in grado di diagnosticare l’infezione…

Non solo Open

Non solo Open. C’è anche NeXt, che con tono canzonatorio, sfodera l’ormai classico Ma Salvini non diceva di chiudere i porti a loro?

Lungi dal preoccuparsi della salute del connazionale (o eventualmente di quella dei potenziali contagiati) i vari utenti social hanno dato la stura a commenti del tenore di “Un milanese porta il coronavirus in Nigeria. Siamo passati dal ‘Aiutiamoli a casa loro’ a ‘Contagiamoli a casa loro’“, “Ma non dovevano essere gli africani a portarci le malattie?” (come se le popolazioni subsahariane non ce ne avessero mai portate, basti pensare alla meningite di tipo C).

Ad unirsi al coro gongolante dei buonisti anche Luca Telese, che su Twitter scrive con poco buon gusto e l’utilizzo di simile quantomeno fuori luogo: “Primo caso di Coronavirus in Algeria. Si tratta di un Italiano: maledetti barconi, che portano gli infetti a propagare il virus nei paesi civili ? #ribaltamenti”. Che avrà da ridere?, viene da chiedersi.

Gli fa eco il blogger dell’Huffington Pietro Raffa: “È italiano il primo caso di Coronavirus in Nigeria. Fossi in Salvini e nella Meloni una chiamatina ai sovranisti nigeriani la farei“

Insomma, pare che i globalisti abbiano trovato, per una volta, un grimaldello – assai debole, oltre che farlocco – da agitare sotto il naso della vulgata sovranista e ne stiano abusando largamente. Non si può far altro che rispondere a questa inutile provocazione come ha saggiamente fatto un utente su Twitter: “Avete ragione, siamo degli untori: l’Italia è piagata dal coronavirus, non è più sicuro arrivare qui, state a casa vostra”.

Cristina Gauri

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