“Come abbiamo ucciso mamma”. Omicidio Laura Ziliani, dettagli choc dalle figlie Silvia e Paola

Laura Ziliani confessione figlie. In questi giorni il ‘trio criminale’, come è stato ribattezzato nelle carte dell’inchiesta, hanno confessato. Silvia, 27 anni e Paola, 19, dal carcere di Verziano, mentre Mirto Milani, 27 anni, laureato in psicologia, residente nella bergamasca, dal carcere di Canton Mombello, da dove poi è stato trasportato in osservazione in ospedale dopo aver annunciato di volersi suicidare.

Laura Ziliani confessione figlie Paola e Silvia. Dopo quella di Mirto Milani, il primo a chiedere di essere interrogato e a confessare l’omicidio dell’ex vigilessa e impiegata del Comune di Roncadelle scomparsa l’8 maggio 2021 a Temù, in provincia di Brescia, e ritrovata cadavere l’8 agosto dello stesso anno, è stata la volta delle figlie Paola e Silvia.

Laura Ziliani confessione figlie strozzata

Laura Ziliani confessione figlie: “Non moriva, l’abbiamo strozzata”

Secondo i magistrati i tre giovani avrebbe mostrato “efficienza criminale” e non “comune freddezza” nel sopprimere Laura Zilian. In base alla ricostruzione accusatoria la donna sarebbe stata stordita con un composto a base di Bromazepam, un ipnotico-ansiolitico e poi uccisa, forse soffocata con un cuscino.

Laura Ziliani confessione figlie strozzata

A raccontare come sono andate le cose Mirto, Silvia e Paola. Una confessione choc arrivata dopo ore di interrogatorio (richiesto dai tre ragazzi) e un anno di silenzio. “Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo”, ha spiegato Mirto Milani.

La confessione è stata riportata da alcuni quotidiani, secondo i quali le figlie avevano in passato già provato ad ucciderla perché “ci faceva sentire sbagliate”, ma per gli inquirenti il movente del delitto resta quello economico. Non solo, durante la confessione si è scoperto che il trio aveva già provato a uccidere la donna il 16 aprile, quando le somministrarono una tisana che la fece dormire per oltre 48 ore. Secondo gli inquirenti “un episodio che altro non è che il prodromo dell’omicidio”.

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