Xi Jinping mette in guardia l’America “No a sanzioni e scontro tra blocchi”

PECHINO – Un avvertimento a Washington e alleati contro “la mentalità da Guerra Fredda, l’egemonia e l’unilateralismo” per non “distruggere la pace globale” e arrivare a un “confronto tra blocchi che farebbe soltanto inasprire le sfide della sicurezza nel XXI secolo”. È il messaggio del presidente cinese Xi Jinping, in videocollegamento, all’apertura del Boao Forum, la “Davos asiatica”, sull’isola di Hainan, nel Sud della Cina.

Un messaggio con il quale il leader di Pechino ha ribadito la necessità del dialogo per risolvere i conflitti e l’opposizione alle sanzioni unilaterali, senza tuttavia menzionare le azioni dell’Occidente contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, che Pechino ancora non chiama invasione. E arrivando a proporre una “iniziativa di sicurezza globale”: concetto altisonante su cui però non ha fornito troppi dettagli.

“Dovremmo sostenere il principio dell’indivisibilità della sicurezza, costruire un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile, e opporci alla costruzione della sicurezza nazionale sulla base dell’insicurezza in altri Paesi”. Un approccio che “rispetti la sovranità di tutti gli Stati e il percorso di sviluppo che ognuno sceglie”.

Un concetto, quello dell’indivisibilità della sicurezza, caro a Mosca che nei colloqui sull’Ucraina ha chiesto ai governi occidentali di rispettare l’accordo firmato nel 1999 a Istanbul dai membri dell’Osce secondo cui nessun Paese può rafforzarsi a spese di altri. E caro pure a Pechino soprattutto sulla questione di Taiwan, che la Cina considera parte del proprio territorio e destinata alla riunificazione, pacifica o meno. “Se la Cina ritiene che le azioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati su Taiwan o nel Mar Cinese Meridionale non tengano conto delle sue preoccupazioni di sicurezza, potrebbe evocare tale concetto per rivendicare la propria autorità morale riguardo le sue azioni”, spiega alla Reuters Li Mingjiang, della Rajaratnam School of International Studies di Singapore. La Cina ha appena svelato un nuovo modello di missile anti-nave YJ-21 – secondo alcuni analisti, ipersonico – con una gittata tra i 1.000 e i 1.500 chilometri. Il nuovo modello è stato lanciato da un Type 055, il più grande cacciatorpediniere dell’Esercito, con lo scopo di dissuadere le navi straniere in caso di attacco a Taiwan. Un messaggio proprio per gli Usa.

Xi ha fatto appello, poi, alla cooperazione. “Dobbiamo lavorare insieme per affrontare le sfide. Qualsiasi decoupling è impraticabile. I Paesi di tutto il mondo sono come passeggeri a bordo della stessa nave. Il pensiero di gettare qualcuno in mare è inaccettabile”, sottintendendo il proprio “partner strategico” russo ma soprattutto pensando alla propria Cina. Pechino ha ripetutamente criticato le sanzioni, ma è attenta a non fornire assistenza materiale a Mosca che potrebbe portare a sanzioni anche nei propri confronti.

Il leader ha affermato che sono necessari sforzi congiunti per stabilizzare le catene di approvvigionamento globale, che l’economia cinese è solida e che la sua tendenza a lungo termine non è cambiata. Anche se l’Fmi ha appena abbassato le stime di crescita del Pil al 4,4%, ben al di sotto del 5,5% sbandierato dal governo.

Ha sottolineato l’importanza di mantenere la pace e la cooperazione in Asia, proprio dove – secondo Usa e alleati – queste sono minacciate dalla crescente assertività di Pechino, da ultimo l’accordo sulla sicurezza con le isole Salomone che potrebbe aprire la strada a una base militare cinese nel Pacifico e che sta allarmando i Paesi della regione. Come di consueto, ha concluso citando un vecchio proverbio: “Continuate a camminare e non sarete scoraggiati da mille miglia; fate sforzi costanti e non sarete intimiditi da mille compiti”.

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