Nicola Zingaretti “spinto” da Goffredo Bettini, il retroscena: addio Pd, nuovo partito con nomi pesantissimi

Goffredo Bettini spinge Nicola Zingaretti a presentarsi all’assemblea con un candidato di rottura per la segreteria. Per sfidare la minoranza di Base Riformista e riportare dentro i dem gli ex “compagni” di Leu o appoggiarsi alle Sardine. A questo progetto Bettini sta lavorando, dialogando anche con Massimo D’Alema. La scelta Zingaretti di dimettersi è stata anche un modo per far sì che i problemi esplodessero nel partito. Il progetto di Franceschini però è esattamente opposto  a quello di Zingaretti. Vorrebbe che Zinga si ricandidi al prossimo congresso. Ipotesi non esclusa neanche da Bettini.

Nel Pd adesso però è l’ora di scegliere il segretario. In cima alle preferenze ci sono Anna Finocchiaro e Peppe Provenzano, entrambi molto vicini ad Andrea Orlando. Non dispiace nemmeno Roberta Pinotti. Dentro Base Riformista, la corrente di Luca Lotti e Lorenzo Guerini filo-renziana, sono convinti che il resto del Pd li vogliano cacciare. Sulla data del prossimo congresso, poi c’è un altro scontro in atto. 

La maggioranza del Pd è soprattutto preoccupata per il possibile ritorno di Matteo Renzi nei dem. Preoccupa così il nome di un altro candidato alla segreteria, Stefano Bonaccini, ma anche quello di Lorenzo Guerini. La loro candidatura ha un chiaro programma politico: diventare segretari e lavorare al rientro del leader di Italia Viva. Una prospettiva che terrorizza gran parte dei dem che così si sono messi a cercare un possibile “nemico politico” di Renzi. Ed ecco spuntare anche il nome di Enrico Letta che da tempo però si è ritirato dalla politica, proprio dopo essere stato battuto dal leader di Italia Viva.

Grossi malumori comunque hanno invece provocato le dimissioni di Zingaretti: soprattutto il modo con cui sono state annunciate. Zinga non aveva avvisato nessuno: “Non ci si dimette su Facebook, ma si comunica la decisione ad un organismo del partito come il comitato politico”, aveva detto Dario Franceschini. Ma così non è stato.

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