Palamara, nuove accuse da Perugia per i favori all’amico imprenditore Centofanti


Arrivano nuove accuse per Luca Palamara. Ma, secondo l’ex-segretario dell’Anm, si basano su elementi “noti e inattendibili, riesumati dopo tre anni”.

Modificando il capo di imputazione, la Procura di Perugia ha contestato all’ex-pm ed ex-consigliere del Csm, nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta questa mattina, le ipotesi di reato di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e di corruzione in atti giudiziari.

La questione riguarda un’inchiesta che vedeva coinvolto l’imprenditore Fabrizio Centofanti, stretto amico di Palamara, a Messina e a Roma.

Le nuove accuse arrivano dopo ulteriori indagini condotte dai magistrati coordinati dal procuratore capo Raffaele Cantone che hanno depositato una corposa informativa del Gico della Guardia di Finanza sui nuovi elementi acquisiti.

Al riguardo i pm hanno anche sentito, tra gli altri, gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore.

Le nuove contestazioni ora vanno a confluire nel procedimento dove sono riuniti i due filoni che vedono coinvolto l’ex-presidente dell’Anm ed ex consigliere del Csm e per i quali la Procura guidata da Raffaele Cantone ha chiesto il rinvio a giudizio.

Nel primo filone l’ex-pm romano è accusato di corruzione. In questo caso Palamara è imputato insieme all’amica Adele Attisani, all’imprenditore Fabrizio Centofanti e a Giancarlo Manfredonia.

Mentre il secondo filone vede coinvolto Palamara e l’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio per una rivelazione di segreto d’ufficio legata all’inchiesta a suo carico.

Restano ancora da sciogliere diverse questioni sollevate dalla difesa di Palamara, sia sulle costituzioni di parte civile che sulla competenza territoriale.

Durante l’udienza preliminare in cui sono state mosse dalla Procura di Perugia le nuove contestazioni, l’ex-pm ha deciso di lasciare l’aula per alcune affermazioni, da lui percepite come offensive, emerse sulla ricostruzione dei fatti.

“Sulla nuova contestazione ci riserviamo ogni valutazione difensiva che consentirà al nostro assistito di chiarire le vicende che lo riguardano. Certo stupisce che dopo tre anni vengano valorizzati elementi investigativi proprio in questo periodo”, ha detto all’Adnkronos l’avvocato Benedetto Buratti difensore di Luca Palamara lasciando il Centro Capitini dove si è svolta l’udienza preliminare.

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