Già si pensa a Draghi presidente della Repubblica. “Libero” esulta: «Ci leva Veltroni dai co..i»

Archiviata la pratica del governo, del quale ormai mancano di fatto solo i nomi, già si pensa al futuro di Mario Draghi. E non solo nei termini dei provvedimenti che sarà chiamato a mettere in campo da Palazzo Chigi. No, SuperMario è oltre anche su questo campo, e da più parti si delinea la prospettiva nient’affatto peregrina che nel suo orizzonte ci sia il Quirinale. Il che comporta una serie di conseguenze, prima fra tutte la durata del suo mandato, che finirebbe un anno prima della legislatura, aprendo facilmente a elezioni anticipate. C’è poi una conseguenza tutta politica: il nome Draghi, che a quel punto potrebbe contare sul sostegno dell’ampia maggioranza che l’ha sostenuto come premier, azzererebbe le velleità di chiunque altro di fare il presidente della Repubblica. A partire dal quel Walter Veltroni di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane.

“Libero” esulta: «Ci siamo tolti Veltroni dai c…i»

Al tema ha dedicato un corsivetto Libero, che è poco definire compiaciuto. Scrive Iuri Maria Prado: «Siccome l’evento è solenne lo dico in latino: ce lo siamo levato dai coglioni». Il giornalista quindi ne dice di cotte e di crude del «ragazzo di Berlinguer»; del «Kennedy in versione eurocomunista»; di «questo bel campione del banalismo de sinistra botton-down»; dell’«esponente della cultura inclusiva dall’Iri a Greta Thunberg passando per l’Atac e il progetto d’esilio africano abdicato in favore dei doveri patriottici». «E invece? Sorpresa! Arriva Draghi e ti saluto. Quel che può fare coi duecento miliardi e i vaccini non è nulla a paragone del regalo che ci fa lasciando Veltroni a rosicare», conclude il giornalista, che quando per il Colle era iniziato a circolare il nome dell’ex sindaco di Roma dalle colonne del giornale aveva promesso la costituzione di «un libero comitato che lavori almeno per testimoniare che proprio non tutti, in Italia, sono disposti ad accettare una simile prospettiva di desolazione».

La prospettiva di Draghi presidente della Repubblica

Sulla possibilità che Draghi arrivi a Palazzo Chigi già proiettato verso Quirinale per fare il presidente della Repubblica ci sono vari indizi. Intanto, c’è lui, lo stesso Draghi, il cui profilo fa apparire un tantino stretto il ruolo di premier di passaggio, per quanto insignito degli allori di salvatore della patria; c’è poi quel larghissimo sostegno trasversale di cui si diceva; c’è che la sua elezione toglierebbe di mezzo notevoli problemi politici a un parlamento al quale, allo stato attuale, si è prospettato un secondo mandato a Mattarella; il fatto che lo stesso Mattarella abbia detto chiaramente di essere contrario a questa ipotesi, auspicando il divieto di secondo mandato in Costituzione; c’è, naturalmente, il profilo di Draghi, che non a caso era Capo dello Stato in pectore già prima di diventare “l’apostolo” del governo. E si potrebbe andare avanti così per ore, per uno scenario che ormai è esercizio diffuso nelle analisi degli osservatori politici.

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