Marco Travaglio, in prima pagina sul Fatto Quotidiano l’invito a sputare in faccia a Matteo Renzi

Un po’ come nel caso di Alan Friedman, quasi nessuno si indigna. Già, in Italia l’indignazione è a targhe alterne: sempre pronta a colpire i “pericolosi sovranisti”, o magari perché no noi di Libero, mai al contrario chi, per esempio, dà della escort a Melania Trump. Qui, però, non si parla di Friedman, bensì dell’atavico odio provato da Marco Travaglio per Matteo Renzi. Un odio viscerale che in questi giorni, per il direttore del Fatto Quotidiano, si è fatto incontenibile: già, Renzi sembra essere davvero vicino a raggiungere il suo obiettivo, far fuori definitivamente Conte. Quel premier che Travaglio difende ossessivamente ogni giorno sul Fatto, quel premier a cui pare detti anche la via. Insomma, il direttore perde il controllo. Quotidianamente.

E Travaglio perde il controllo, con discreta evidenza, avallando anche una vignetta pubblicata in prima pagina sul Fatto che lascia davvero basiti (qualche indignato, su Twitter, in verità lo si è visto. Eppure richieste di condanne dai soliti noti di sinistra ancora non ne sono arrivate). Dunque, la vignetta firmata Mannelli. Sotto all’occhiello “satira di soccorso”, ecco il faccione del nemico Renzi. E sotto al faccione, con tanto di freccina rossa che punta al viso, la dicitura: “In caso di disastro sputare qui”. Insomma, in prima pagina sul Fatto Quotidiano un invito a sputare in faccia a Renzi. Al di là di come la si pensi, uno schifo con pochi eguali. Una vergogna che solo un Travaglio in piena crisi di nervi poteva avallare.

Sputare in faccia a Renzi: ecco la vignetta di Mannelli

La vignetta-horror arriva poco dopo un’altra “perla” travagliesca. Il direttore sul quotidiano del 26 gennaio ha pubblicato una struggente foto dell’avvocato foggiano di spalle, il capo chino. Roba da viale del tramonto. E ha scelto la mozione degli affetti, pardon dell’odio, per indirizzare l’opinione dei suoi lettori-elettori: puntare tutto sui nemici, quelli vecchi (Silvio Berlusconi) e quelli nuovi (Matteo Renzi). Il titolo infatti era: “Conte va a casa. E B. al Quirinale”. Titolone di prima pagina che dà la cifra della disperazione di Travaglio. 

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