Rocco Casalino, la peculiare tesi sulla “maggioranza psicologica”: così ha provato a rassicurare Giuseppe Conte

Ieri la maggioranza giallorossa al Senato ha stentato, non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Non sono serviti neanche i tentativi di Rocco Casalino che spiegava ai giornalisti, prima del voto sulla fiducia di ieri sera: “Drammatizzate, dite che siamo già in piazza per il voto con in mano i manifesti Conte for President. Alziamo la tensione spingiamo i senatori indecisi a votare per il Governo per paura delle urne”. Per poi parlare di un nuovo tipo di maggioranza. Dopo quella assoluta e quella relativa: “C’è anche la maggioranza psicologica: se abbiamo più di 155 voti la portiamo a casa”, ha sentenziato il portavoce di Palazzo Chigi.

Ma alla fine, scrive Augusto Minzolini sul Giornale, il Conte bis si è trasformato in un governo di minoranza, con il voto di tre senatori a vita e alcuni senatori eletti nelle circoscrizioni fuori dall’Italia “e che, quindi, pagano le tasse all’estero”, sottolinea Minzolini. Con il voto anche di Casini, dopo che l’ex presidente ha criticato Conte per l’intero intervento: “Pierferdy è ineffabile. Lui è superpartes, si sente già Capo dello Stato”, ha ironizzato l’udc Antonio Saccone. O come il pensiero spudorato del vicepremier Dario Franceschini che, è uno dei  consiglieri più ascoltati dal premier, per cercare di convincere i senatori ha spiegato che “ci sono i ruoli da distribuire nel governo, nel sottogoverno, ma anche in quelli della struttura che dovrà gestire i miliardi del Recovery Fund”, ha rivelato Minzolini.

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