Giuseppe Conte, la trattativa si complica: i “costruttori” vogliono tre ministeri, no di Pd e M5s

Vogliono garanzie, altrimenti non votano: il dialogo tra Giuseppe Conte e Mastella, Udc e Socialisti si è arenato – stando a quanto riporta Affaritaliani.it – perché i cosiddetti costruttori vorrebbero venisse messo nero su bianco che avranno un ministero a testa prima della votazione in Senato di martedì prossimo sulla fiducia. Il problema per il premier è che così facendo, contribuirebbe alla nascita del Conte ter, con le dimissioni del presidente del Consiglio nelle mani di Sergio Mattarella. Conte, però, non vorrebbe rassegnare le dimissioni senza avere la certezza assoluta che ci saranno 161 voti a Palazzo Madama, cioè la maggioranza assoluta dei componenti dell’Aula. Senza quella cifra, infatti, il governo  – pur riuscendo a salvarsi – sarebbe politicamente debole e di minoranza. Nel frattempo, Pd e M5s si dicono contrari alla richiesta avanzata dai Responsabili: considerano eccessivo cedere tre ministeri. Ci sarebbero già anche i nomi: Paola Binetti al ministero della Famiglia, Sandra Lonardo (lady Mastella) alle Politiche Agricole e il socialista Riccardo Nencini all’Ambiente al posto di Sergio Costa. Ma considerato il “niet”, almeno per ora, da parte delle forze di maggioranza, il quadro per Conte si complica. E proprio per questo, probabilmente, si è registrata la retromarcia dell’Udc, il partio della Binetti, che ha annunciato “fedeltà al centrodestra” e il “no” ai giochi di palazzo.

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