“A Natale non dimentichiamo i cristiani stretti tra persecuzione e povertà”

L’assistenza legale per le famiglie, spesso povere e senza nessun tipo di istruzione, delle ragazze cristiane che in Pakistan vengono rapite per essere date in sposa a uomini musulmani che le costringono a convertirsi.

“Il sostegno ai sacerdoti che ogni giorno, in Nigeria, rischiano di essere uccisi o sequestrati per ottenere un riscatto. Le bibbie del fanciullo per le famiglie cristiane che in diversi Paesi, come l’Eritrea o l Cina, sono ancora costrette a nascondersi. Sono alcuni dei “doni di fede” a cui la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pensato per sostenere i cristiani perseguitati in vista del Natale. Un Natale che per tanti di loro non sarà un Natale di pace. “L’obiettivo – spiega il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro – è duplice: fornire conforto ai fedeli cristiani sofferenti per la persecuzione o la povertà e sostenere sacerdoti e religiose impegnati nello sforzo di evangelizzare in condizioni non di rado estreme per le medesime cause”.

La comunità cristiana resta la più perseguitata al mondo. I numeri parlano chiaro: nel 2019 sono stati 2.983 i cristiani uccisi a causa della loro fede e 9.400 le chiese vandalizzate o distrutte, secondo i numeri pubblicati lo scorso gennaio dall’associazione Open Doors. Un fedele su otto, secondo la stessa organizzazione, ha subito vessazioni proprio a causa dell’appartenenza alla Chiesa di Cristo. Non ci sono solo gli omicidi, ma anche le torture, gli abusi sessuali, i sequestri e le detenzioni arbitrarie. Un rapporto pubblicato la scorsa settimana da Aiuto alla Chiesa che Soffre ha messo in luce come queste ultime siano divenute sempre più frequenti. Tanto da essere considerate come lo “strumento preferito” nelle mani degli oppressori. “Tracciare i confini della ingiusta detenzione”, sottolinea, infatti, l’organizzazione nello stesso report, è “molto difficile”.

Le cifre del fenomeno sono al ribasso, ma già così destano inquietudine: nei cinquanta Paesi considerati più a rischio oltre 300 fedeli ogni mese finiscono dietro le sbarre senza un’accusa plausibile o un giusto processo, mentre i dati parlano di 1.052 cristiani rapiti, soltanto nel corso del 2019. “Prigionie per motivi di coscienza, detenzioni arbitrarie, processi ingiusti, condizioni carcerarie inadeguate, casi di tortura e pressione per indurre ad abbandonare la fede rappresentano altrettante tessere di un drammatico mosaico”, spiega Monteduro a InsideOver-ilGiornale.it. “Non dobbiamo dimenticare – sottolinea – che ogni cristiano ingiustamente detenuto è una persona che ha relazioni con familiari, con amici, con sacerdoti o religiose, in una parola con un’intera comunità cristiana”.

Ecco come aiutare Aiuto alla Chiesa che soffre (Qui tutti i dettagli).

Per sostenere i cristiani che soffrono potete donare tramite Iban, inserendo questi dati:

Beneficiario: Aiuto alla Chiesa che Soffre ONLUS
Causale: ILGIORNALE PER I CRISTIANI DI SIRIA
IBAN: IT23H0306909606100000077352
BIC/SWIFT: BCITITMM

Oppure tramite pagamento online a questo link

Proprio a questa “comunità” si rivolgono i “doni di fede” di Acs-Italia. Un gesto di solidarietà verso “sacerdoti e seminaristi, religiose, intere famiglie, bambini”, chiarisce il direttore. “Nei Paesi di persecuzione i cristiani che oggi vivono grazie a lavori giornalieri – spiega la fondazione in un comunicato – sono i più colpiti dagli effetti economici del Covid-19”. “Si rivolgono alle parrocchie per sfa mare le loro famiglie ma gli stessi sacerdoti, che ordinariamente si sostengono grazie alla beneficenza dei parrocchiani, sopravvivono con crescenti difficoltà e non riescono ad aiutare i più poveri“, aggiunge Monteduro. Insomma, “si è innescato un pericoloso circolo vizioso”, che rischia di aggravare ulteriormente le condizioni di moltissime persone.

L’appello della fondazione, quindi, è quello di tendere la mano verso chi oggi sta soffrendo. Si può donare per comprare una bibbia ad un bambino o per far arrivare il latte in polvere ai neonati delle famiglie cristiane in Siria. Si può donare per contribuire alla riedificazione di una chiesa o alla costruzione di un nuovo luogo di preghiera nelle terre in cui le croci sono state spezzate dalle bombe e dal fondamentalismo. Si può donare per fornire a un sacerdote un mezzo di trasporto o per aiutare un seminarista a completare i suoi studi. Si può donare per pagare un avvocato a chi ha assistito inerme al rapimento della propria figlia adolescente o a chi è in carcere senza un valido motivo, solo perché non accetta di rinnegare la sua fede.

“Per ogni dono sarà possibile scaricare un biglietto con la descrizione del progetto sostenuto, allo scopo di inviarlo alla persona cara destinataria del regalo”, fa sapere l’associazione, così da “far giungere un dono solidale in forma digitale a persone che, nostro malgrado, sono lontane per il distanziamento necessario a contenere la pandemia da coronavirus”. “Aiutare le comunità cristiane sofferenti farà molto bene anche alla nostra comunità cattolica italiana – assicura il direttore di Acs Italia – la pandemia ci ha fatto riscoprire l’importanza della solidarietà o, per usare un termine più cattolico, della carità“. “Preserviamo ed esercitiamo questa carità, anche fuori dei confini nazionali – è l’appello di Monteduro – ci servirà a vivere meglio anche il nostro Natale”.

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