Le Iene, rapimento di Silvia Romano: “Trovata due volte ma non liberata. Lo stop alle ricerche voluto dall’Italia?”

Indagando sul sequestro di Silvia Romano, Le Iene hanno riscontrato non poche anomalie nella vicenda, raccontate in un servizio trasmesso nella puntata in onda su Italia 1 martedì 1 dicemrbe. La ragazza è stata rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e poi liberata in Somalia l’8 maggio 2020. Con l’aiuto di Massimo Alberizzi, storico corrispondente del Corriere della Sera, la trasmissione ha fatto luce su quello che sembrerebbe essere un rapimento diverso dagli altri. Il primo mistero risale a poco dopo il sequestro, quando un gruppo di ranger della zona si mette sulle tracce del commando che ha rapito la 23enne e arriva fino al fiume Galana, dove trova Silvia insieme ai suoi rapitori. “Chiamano la polizia con la radio chiedendo di intervenire, ma vengono stoppati dai piani alti, devono aspettare i rinforzi”, racconta Alberizzi, che ha condotto le sue ricerche direttamente dal Kenya.  

All’inizio si pensa a un rapimento con finalità terroristiche e non a un semplice riscatto. Al giornalista intervistato dalle Iene però non torna qualcosa: “Se fosse stato un agguato terroristico gli assalitori avrebbero ucciso tutti, invece secondo i testimoni i rapitori avrebbero sparato in aria, mentre chiedevano soldi”. Altro mistero riguarda la taglia da un milione di scellini che la polizia locale mette sulla testa di tre presunti rapitori. Una somma “ridicola”, secondo Alberizzi, circa 7mila euro. Secondo le ricerche del giornalista, la ragazza sarebbe stata trovata anche una seconda volta dai ranger, in particolare da uno scout da loro arruolato, questa volta in uno stato febbricitante. La polizia kenyota, però, decide di arrestare lo scout. “Una decisione inspiegabile che dà nuovo vantaggio ai rapitori di Silvia”.

A dicembre arrivano arresti importanti, tra cui quello del capo del commando armato che ha sequestrato Silvia. Secondo Alberizzi, è strano che nel capo d’accusa ci sia scritto “rapimento per riscatto chiesto all’ambasciata italiana”. Circostanza che dopo il rilascio della ragazza viene smentita da Luigi Di Maio. “Con l’inizio del processo in Kenya saltano fuori le prime stranezze, due degli arrestati vengono rilasciati su cauzione. Quella del capo del commando viene pagata da un sarto della zona, che non guadagna moltissimo, ma riesce a sborsare 26mila euro”, racconta il giornalista. Dopo essere stato scarcerato, l’uomo scompare. Il processo continua con gli altri due, ma poco dopo sia la procuratrice che il capo della polizia vengono trasferiti. Le Iene a questo punto si chiedono se lo stop alle ricerche non sia arrivato direttamente dall’Italia. Il servizio, poi, si conclude con Matteo Viviani che fa vedere delle foto ad Alberizzi, il quale rimane fortemente scioccato e dice: “Se questa cosa è vera, è una bomba”.

Le Iene, ostacolate le ricerche di Silvia Romano? Qui il servizio

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