Il virologo Tarro scettico sul vaccino: “Saranno gli italiani le vere cavie della Pfizer”

Salutare voce fuori dal coro e luminare nel suo campo, il virologo Tarro interviene contro i facili entusiasmi generati dal vaccino per il coronavirus. Un vaccino che – assicura, per ora, il ministro Speranza – non sarà obbligatorio; ma guarda caso, qualcuno già prospetta la «spintarella», che consisterebbe nell’emissione di un certificato vaccinale senza il quale viene decretata la morte civile del cittadino. Non ti vaccini? Non entri nei cinema, negli stadi, nelle scuole, nei mezzi pubblici, nelle palestre…

A fronte di tanta obbligatorietà, ci si aspetterebbero – per lo meno – delle garanzie di sicurezza da chi ci vorrebbe inoculare in fretta e furia un composto sperimentato per pochi mesi; magari, se fosse possibile, senza farsi dare dei no-vax o dei negazionisti. E chissà se daranno del no-vax pure a Tarro, che in un’intervista rilasciata all’Antidiplomatico solleva ragionevoli dubbi sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino contro il Sars-CoV-2.

Ci sono vaccini indispensabili e vaccini che lo sono meno

Il virologo inizia con una precisazione: «Ovviamente, ritengo che i vaccini siano una importante conquista della Medicina e che, quando ciò è inevitabile, si debbano affrontare i rischi connessi ad una vaccinazione di massa». E cita l’esempio della «temibile Poliomielite (debellata nel 1962 dal vaccino di Albert Sabin, che considero il mio Maestro). Altra cosa è il Morbillo in nome del quale, nel 2017, sono stati imposti a tutti i bambini italiani ben dieci vaccini, quasi tutti assolutamente inutili».

Tarro insiste sul valutare rischi e benefici del vaccino

Per quanto riguarda il Covid, prima proporre il vaccino, sarebbe, quindi, «il caso di valutare attentamente il rapporto tra rischi e benefici. Benefici che, per quanto riguarda i cosiddetti vaccini anti-Covid non si capisce quali siano, considerando che, così come dichiarato, addirittura,  dal capo del dipartimento medico di Moderna, il dottor Tal Zaks, una persona vaccinata continuerebbe ad infettare gli altri».

Non solo: se si prendono per buone le stime di multinazionali come la Pfizer, Moderna, Astrazeneca, «questi vaccini garantirebbero, forse, una immunità di due anni. Questo significa che non ci eviterebbero nemmeno il lockdown e che dovrebbero essere somministrati per sempre a tutta la popolazione». E da momento che il virus Sars-Cov-2 rappresenta «un rischio solo per meno del cinque per cento delle persone», Tarro considera la vaccinazione obbligatoria «una follia».

La preoccupazione di Tarro per il vaccino Pfizer

Tarro va poi ad evidenziare la questione, spinosissima, dei rischi sanitari correlati al vaccino. «Oggi i futuri, presunti, vaccini anti-Covid sono almeno 71; tutti realizzati in pochi mesi, mentre per realizzare un vaccino ci vogliono mediamente 8-10 anni», attacca il virologo. «Ma, ancora più grave è che alcuni di questi vaccini, ad esempio, quello della Pfizer, sono basati su una tecnologia mai usata prima e, tra l’altro, attualmente vietata dall’Unione europea».

La tecnologia consiste, «considerato che il virus muta continuamente» nell’alterare «il nostro sistema genetico per far sì che il nostro sistema immunitario possa riconoscere» il virus «come una minaccia», spiega. «Questo, secondo le speranze della Pfizer, dovrebbe stimolare la produzione dei soli anticorpi specifici, come le immunoglobuline G, la cui permanenza dovrebbe garantire una – non si sa quanto durevole – immunità. Speranze, appunto». E qui sorge la questione che più fa preoccupare Tarro: «Ma chi ci garantisce che questa alterazione genetica non possa, ad esempio, scompaginare il nostro sistema immunitario trasformando qualcuno dei tanti virus, con i quali pacificamente conviviamo, in un killer?»

Gli italiani vere cavie 

Una prospettiva decisamente inquietante. «Tra l’altro va detto che per scartare questo rischio ci sarebbe stato bisogno di un periodo molto lungo di trial subìto da moltissimi anziani. È quello che verrà fatto, da gennaio, in Italia. E, ad essere malpensanti, si potrebbe dire che gli Italiani saranno le vere cavie del vaccino Pfizer», conclude amaramente Tarro.

Cristina Gauri 

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