Tremonti contro la patrimoniale della sinistra: “Voluta dalle élite. Sarà pagata soltanto dai poveri”

Dalla pericolosità derivante dall’introduzione di una patrimoniale per puntellare i disastrati conti pubblici dell’Italia al tira e molla europeo sul Recovery Fund, dalla pessima gestione della pandemia di Covid-19 alla democrazia sotto ricatto. Sono tanti i temi sollevati da Giulio Tremonti nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano Libero in una delle fasi storiche più delicate degli ultimi secoli.

L’ombra di una patrimoniale

Visto che l’emergenza sanitaria ha letterariamente messo in ginocchio il mondo intero, provocando catastrofici effetti economici, c’è chi ha proposto, anche in relazione al contesto italiano, di introdurre una sorta di patrimoniale per aggiustare una situazione sempre più critica. Ma si tratta di una buona idea? Il giudizio espresso dal professor Tremonti è netto: “La patrimoniale è una cazz… abissale. Il trasferimento di una quota enorme di denaro dai conti bancari degli italiani fa saltare le banche e di conseguenza il risparmio stesso“.

Eppure Bruxelles ha mandato più di un avvertimento al governo italiano. L’ultimo monito è arrivato da Paolo Gentiloni, con il commissario europeo all’Economia che ha recentemente avvisato l’Italia di preservare la sostenibilità del bilancio nel medio termine. Parlando della manovra disegnata dal governo giallorosso, Gentiloni è stato abbastanza esplicito: “Considerando il livello del debito, è necessario che l’Italia, ogniqualvolta prende misure, preservi la sostenibilità di bilancio nel medio termine“.

Detto altrimenti, i conti del nostro Paese richiedono un’inversione di marcia. Gli avvisi dell’Unione europea sono chiari: l’Italia sta facendo troppo debito e spesa corrente. “Col Trattato di Maastricht – ha tuttavia fatto notare Tremonti – la media del debito europeo era il 60%. Al principio degli anni ’90 l’Italia era al 120%, nel 2008 siamo scesi quasi al 100%. Oggi siamo oltre il 160%, la media europea post Covid è intorno al 100%. È una storia che più o meno si ripete”.

Una mossa inutile

“Nel ‘92 – ha aggiunto l’ex ministro dell’Economia – ci fu autoimposta una finanziaria terribile, ma allora fu una scelta responsabile del governo Amato fatta in alternativa al dissesto. Fra poco sarà necessaria una scelta dello stesso tipo ma non so con quali risultati”.Il punto, ha proseguito Tremonti, è che la patrimoniale è una “caz…. abissale“. Il motivo, a detta del professore, è molto semplice: la chiedono le élite finanziarie ma alla fine la pagano i poveri. “Il trasferimento di una quota enorme di denaro dai conti bancari degli italiani fa saltare le banche e di conseguenza il risparmio stesso. Sugli immobili dovresti prevedere che il cittadino che non può vendere l’appartamento a mercato saturo, la paga con la dazione in natura delle porte e le finestre al Tesoro. E in ogni caso 5/10 punti di Pil in meno non fanno la differenza“, ha puntualizzato ancora il professore.

In ogni caso, l’eccessivo debito può anche rivelarsi meno eccessivo nel caso in cui sia produttivo. “È la Golden Rule di cui si parla da decenni in Europa, non è solo Draghi. Nel caso italiano ci sono fortissimi dubbi sugli effetti produttivi ma c’è una certezza di una spesa corrente tutto fuorché produttiva“, ha ribadito Tremonti, aggiungendo che “fare debito è drammatico, fare gli incentivi per i monopattini è comico“. Insomma, una bella differenza.

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