Burioni elogia Conte: “Fedez è come Elvis, ha fatto bene a chiamarlo”

“Ho avuto una telefonata inaspettata siamo stati messi in contatto con il presidente del Consiglio che ha chiesto l’aiuto da parte mia e di mia moglie. Per esortare la popolazione, soprattutto quella più giovane, sull’uso delle mascherine. Siamo in una situazione molto delicata e non possiamo permetterci un nuovo lockdown. Entra in gioco la responsabilità individuale di ciascuno di noi e con un semplice gesto possiamo evitare lo scenario che abbiamo vissuto negli scorsi mesi”: queste le parole del rapper Fedez su Instagram che, in un sol colpo, ci dà notizia di essere referente diretto del Governo e che se c’è un’ondata di contagi non è per le patetiche misure di sicurezza messe in campo del governo, ma è una “responsabilità personale”.

Burioni: “Fedez come Elvis nel 1956”

A difendere la decisione di Conte di chiamare Fedez e la moglie Chiara Ferragni a sensibilizzare il pubblico italiano, che magari guarda le loro storie mentre pressato sui mezzi pubblici si reca a lavoro o a scuola, scende in campo Roberto Burioni (quello che aveva detto che avrebbe osservato il silenzio stampa). E per difendere questo governo e le sue puerili decisioni scomoda nientemeno che Elvis Presley. “Non criticate Conte perché ha chiesto aiuto a Fedez e Chiara Ferragni per promuovere l’uso della mascherina. Nel 1956 la copertura vaccinale USA contro la polio balzò dallo 0,5% a oltre l’80%. Uno dei motivi fu la vaccinazione in diretta televisiva di Elvis Presley“.

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Elvis come Fedez? Ma per la polio il vaccino c’era

E’ quantomeno il caso di specificare che un vaccino per la polio esisteva già nel 1956, mentre per il Covid non c’è, e che la vaccinazione di Elvis la fece su un’emittente televisiva. All’epoca in tutti gli Stati Uniti ve ne erano tre: era quasi l’equivalente di andare in onda su tutte le televisioni di tutte le case degli americani. Come a dire, la soluzione alla malattia c’era già – non si “demandava” semplicemente alle responsabilità personali del civile – attraverso un vaccino, e Elvis era un eroe americano su tutti i fronti, non uno che alla bisogna usa la propria “potenza di fuoco” social a insultare giornalisti rei di aver criticato lui e la moglie. Giova inoltre ricordare che follower sui social non necessariamente corrispondono a fan, quindi il seguito del rapper meneghino accoglie pure chi lo segue per odiarlo: non ci dimentichiamo che è uno che neanche troppo velatamente dice che chi è fascista andrebbe appeso a testa in giù “via” fumetti.

La prossima volta Fedez sarà John Lennon

Perché Fedez ha fatto anche questo, tra le altre cose, e non è neanche un eroe dei più giovani (che gli preferiscono meno noti trapper) ritenuti a torto i più bisognosi di questa ramanzina. Ma Burioni tutto questo non lo considera, e pone su un piano solo all’apparenza coerente dialetticamente due personaggi – Elvis e Fedez – del tutto dissimili per importanza, figura storica e soprattutto epoca e media. Ma si sa, per fare un “favore” al governo Conte la prossima volta Fedez diventerà John Lennon e la Giuseppe Conte sarà Yoko Ono.

Ilaria Paoletti

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