I migranti assaltano i tir? A rischiare le manette sono i camionisti

Che il fine giustifichi i mezzi lo sanno molto bene anche i migranti, pur non avendo studiato a fondo la filosofia di Macchiavelli.

Tanto è vero che per espatriare clandestinamente in Francia sono sempre più disposti a tutto. C’è chi viaggia appeso al pantografo del treno (i cavi che collegano la carrozza all’alta tensione), rischiando di morire folgorato; chi costeggia a piedi la linea ferroviaria, col pericolo di essere investito da un treno e chi, poi, “assalta” i tir in sosta all’autoporto di Ventimiglia, in provincia di Imperia, nascondendosi in mezzo al carico.

Sono, infatti, in costante crescita i casi di stranieri, che approfittando della breve sosta dei camionisti all’autoporto – la stazione di servizio, prima del casello autostradale – forzano i portelloni o i teloni dei rimorchi per nascondersi, salvo poi uscire e dileguarsi alla fermata successiva, stavolta in Francia. Un modo diciamo “indolore” per attraversare il confine, che tuttavia mette a rischio l’autotrasportatore. Migranti all’assalto dei tir per andare in FranciaPubblica sul tuo sito

Come? I controlli alla frontiera sono sempre più serrati da parte della police e della gendermerie, quindi immaginatevi se un agente dovesse aprire il portellone di un rimorchio e trovare cinque o sei migranti. Per il conducente scatterebbero sicuramente le manette con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o, nella migliore delle ipotesi, una denuncia in stato di libertà. Qualcuno, ogni tanto, prima di ripartire, getta un occhio all’interno del carico, non sempre però, complice anche la scarsa visibilità notturna, riesce a scoprire gli intrusi.

Altri, invece, evitano di controllare per paura di essere aggrediti e non sarebbe neppure la prima volta che accade un fatto del genere. Per questo motivo l’associazione degli autotrasportatori Astra, di Cuneo, attraverso il suo presidente Diego Pasero, lancia un appello affinché ci siano maggiori controlli all’autoporto da parte delle forze dell’ordine.

“Alcuni giorni fa – spiega Pasero – un nostro camionista si è recato a Cagnes sur Mer, in Costa azzurra, con un carico di cartongesso partito da Asti. Prima, naturalmente, ha effettuato una breve sosta a Ventimiglia. Quando è giunto a destinazione, ha aperto il portellone e sono scesi cinque stranieri”. E ora viene il “bello”, si fa per dire. Il conducente si autodenuncia, chiama lui stesso la gendarmeria per segnalare l’accaduto. Un migrante riesce a scappare, mentre gli altri quattro vengono fermati e portati in caserma.

Risultato: “La gendarmeria gli ha sequestrato telefono e portafoglio – prosegue Pasero – riconsegnandoli i suoi effetti personale e il tir soltanto qualche ora dopo”. E come in tutte le vicende tragicomiche che si rispettino, non poteva mancare la cosiddetta “beffa”: il destinatario della spedizione, infatti, rifiuta il carico per motivi igienico-sanitari dovuti non solo al Covid ma anche al fatto, che qualcuno aveva fatto i propri bisogni all’interno del rimorchio. Il camionista, a quel punto, dopo aver perso più di una giornata di lavoro e i soldi della trasferta, è dovuto tornare a casa con il proprio carico, che è stato rispedito (a spese della ditta), pochi giorni dopo.

il giornale.it

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