Roma, mamma e neonato morti: per la Angeli è Covid. Ma la famiglia nega: “Vergogna”

Oggi giornalisti di sinistra, debunker e compagnia cantante sono in grande spolvero: sabato a Roma vi sono state diverse manifestazioni contro il lockdown, definite a più riprese di “negazionisti” o no mask, ma se cambia la forma il contenuto di sottile disprezzo non varia mai. Tra questi giornalisti spicca Federica Angeli che oggi su Twitter scrive di essere stata accerchiata ed insultata dai manifestanti di Roma, chiamandoli tout court “sovranisti” e sostenendo che il livello della discussione fosse “basso”. Non sappiamo che accezione dia la Angeli al termine basso, ma è senz’altro quello che si può scomodare per lo squallido titolo dato a un suo articolo di Repubblica, in cui una mamma e un neonato sono stati spacciati come morti per Covid, circostanza negata persino dalla famiglia della vittima.

“Aveva i sintomi del Covid”

“Roma, al nono mese si sente male: muore col bimbo in ospedale. ‘Aveva i sintomi del Covid’” questo il titolo dell’articolo di Repubblica a firma Federica Angeli e risalente al 9 ottobre. “Mancavano pochi giorni alla fine della gravidanza, dieci al tanto atteso parto” si legge nel pezzo, dal quale si evince già la scrittura piena di pathos della Angeli. “Purtroppo però una donna di 37 anni, residente a Cesano ha perso la vita, lei e il suo bambino e, a quanto pare la complicazione che ha provocato la tragedia potrebbe essere legata al Covid“. Nella stessa ricostruzione del disgraziato avvenimento riportata dalla Angeli, si parla di “una sintomatologia caratterizzata da intenso dolore cervicale, vomito e vertigini” e ancora “una nausea con vomito inarrestabile“. “L’azienda ospedaliera Sant’Andrea – prosegue la nota regionale – ha disposto l’esame autoptico per stabilire le cause del decesso “. A giorni si saprà la verità” si legge ancora. In tutto l’articolo, dunque, non vi è un dettaglio – a parte quello riguardante “un leggero stato febbrile” che parli di Covid e un “a quanto pare”. E l’autopsia, stando sempre a quanto scrive la Angeli, ancora era da farsi.https://platform.twitter.com/embed/index.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-0&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1314542861665406976&lang=it&origin=https%3A%2F%2Fwww.ilprimatonazionale.it%2Fcronaca%2Froma-mamma-neonato-morti-per-angeli-covid-ma-famiglia-nega-vergogna-170470%2F&theme=light&widgetsVersion=ed20a2b%3A1601588405575&width=550px

La replica della parente: “Vergogna, il Covid non c’entra”

Ma a dissipare i dubbi sulla causa della morte della povera mamma e del suo neonato sulla quale è stato fatto un titolo così “graffiante”, arriva Valentina Bucciarelli, che sul suo profilo Facebook scrive di essere la cugina della deceduta. “La ragazza in questione è mia cugina, non è di certo il Covid che ha provocato questa disgrazia” scrive Valentina su Facebook “Ma fa più notizia scrivere COVID e fare mucchio e aumentare i numeri e spaventare. Fa più orrore l’incompetenza su tutti i fronti. VERGOGNA“. Ad accompagnare queste parole dolorose e pesanti come macigni proprio lo screenshot dell’articolo di Federica Angeli, con tanto di firma della giornalista in piena vista. Adesso il post non è più disponibile, forse segnalato, forse rimesso in privato dalla stessa donna.

Ma l’importante è attaccare i “sovranisti”

Oggi la Angeli tuona contro i sovranisti che avrebbero avuto un comportamento “vergognoso” nei confronti suoi e di Saverio Tommasi. A proposito di Tommasi, è giusto il caso di notare che quantomeno su Fanpage con un pezzo a firma Natascia Grbic, la notizia sulla mamma morta a Roma non viene connessa mai una volta la Covid. Quel “a quanto pare” e i sintomi del Covid a cui fa riferimento Federica Angeli, da dove sono usciti? Come per quelli sui commenti che davano una matrice razzista dell’omicidio di Colleferro, ad oggi non ci sono raffronti nel pratico.”Bruttissima storia quella di cui mi sono occupata oggi”, scriveva malinconicamente la Angeli. Si, davvero brutta. Lo sarebbe stata lo stesso, senza titoli sensazionalistici e con un po’ più di riguardo per una famiglia distrutta.

Ilaria Paoletti

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