Adesso la Costa d’Avorio preoccupa seriamente l’Italia

È un fenomeno in continua evoluzione quello migratorio e che porta ogni giorno a confrontarsi con nuove situazioni da conoscere e approfondire. Non si ha a che fare solo con numeri che rappresentano i migranti in arrivo e da piazzare nella colonnina delle addizioni per capire a che quota si è arrivati all’interno del Paese che li accoglie, bensì ci si trova anche di fronte alla necessità di  un’analisi politico-economica su quanto avviene nelle nazioni dalle quali si parte. In tal senso sta emergendo un caso particolare e riguarda la Costa D’Avorio. Nei dati ufficiali che registrano le presenze di migranti arrivati in Italia, ne emerge uno che non lascia indifferenti e fa proprio riferimento a questo Stato dell’Africa occidentale, nel quale si sta assistendo ad un fenomeno migratorio in ascesa.

Cosa sta succedendo?

Quando si parla di migranti arrivati in Italia si racconta spesso che i protagonisti dei viaggi della speranza provengono in primis dalla Tunisia, poi dalla Libia, dall’Eritrea, dall’Algeria o dal Bangladesh. Non siamo però abituati a sentire che i migranti arrivano dalla Costa D’avorio. Questo perché fino a poco tempo fa da questa nazione non si partiva per affrontare il Mediterraneo centrale. Oggi invece tutto l’opposto: gli ivoriani partono e con essi anche le speranze di poter cambiare vita. Il numero degli arrivi di persone da questo Paese è aumentato notevolmente in questi ultimi anni ed è destinato ancora a crescere. A parlare sono i dati resi noti dal ministero dell’Interno. Analizzando la tabella messa a disposizione dal sito del Viminale e che fa riferimento al 2018, si legge che gli ivoriani arrivati nel territorio italiano sono stati  1.064. In aumento nel 2019 con 1.139 presenze e, per quest’anno, i numeri non sono destinati a diminuire, anzi tutto il contrario. Al 15 settembre del 2020 sono 1.006 le persone che dalla Costa D’Avorio sono arrivate in Italia. Dati allarmanti che spiegano cosa sta accadendo qualcosa all’interno del territorio del Paese africano.

A confermare una situazione nuova e “straordinaria” rispetto al passato, sono alcune fonti della procura di Agrigento: “ Negli ultimi anni – ha dichiarato ad InsideOver una persona vicina alla procura che, per via della competenza territoriale, conosce e studia il fenomeno migratorio – stiamo riscontrando questo nuovo fenomeno e stiamo cercando di capire quali siano le ragioni che spingono le partenze da questa Nazione”.

L’invito ai giovani: “Non andate via”

In questi giorni nel Paese africano c’è molto fermento. Le città principali sono tappezzate di cartelloni, foto e immagini che ritraggono candidati e slogan elettorali. A ottobre si voterà per le presidenziali e che qualcosa sul fronte migratorio negli ultimi anni è cambiato lo si può intuire dal fatto che l’argomento è entrato di prepotenza nei dibattiti e nei comizi. Ad Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio, molte famiglie non hanno notizie dei propri giovani partiti dopo aver sborsato anche più di 1.200 Dollari per mandarli in Europa. Non si sa nemmeno se nel vecchio continente molti di loro sono arrivati. Il punto principale è proprio questo: lasciare la Costa d’Avorio è un’incognita, cercare di rifarsi una vita altrove potrebbe essere rischioso. Per questo diverse associazioni che operano nel Paese stanno cercando di spiegare ai giovani che è meglio non partire.

In un’intervista rilasciata a Repubblica, il responsabile della no profit Avis in Costa d’Avorio, Lorenzo Manzoni, ha spiegato l’importanza di far capire alla popolazione di non avventurarsi in Europa: “Abbiamo chiesto ad esperti del settore e universitari ivoriani – si legge nelle sue dichiarazioni – di fare uno studio, un’inchiesta, per capire quali erano le modalità più adatte per far passare il messaggio”. E così per le strade, in radio e in Tv, da alcune settimane agli slogan elettorali sono stati affiancati storie e messaggi volti a invitare le famiglie a non indebitarsi per pagare i viaggi della speranza ai propri figli. Perché il dramma sta proprio nella comunicazione: sono migliaia i giovani ivoriani che credono di migliorare la propria esistenza dopo viaggi che, in molti casi, diventano fatali.

Quel paradiso perduto

Eppure fino a non molti anni fa la Costa d’Avorio era un Paese di immigrazione e non di emigrazione. Qui arrivavano in migliaia dal Burkina Faso, dal Niger e da altre nazioni vicine. L’economia era abbastanza forte, tutti gli indicatori ponevano questo Paese come tra i più floridi d’Africa. Poi però tutto è cambiato dal 19 settembre 2002, data del tentato colpo di Stato contro l’allora presidente Laurent Gbagbo. Fazioni del nord, dove la popolazione è in maggioranza musulmana, e fazioni del sud, dove invece la maggior parte dei cittadini è cristiana, hanno iniziato un conflitto civile durato anni e ad oggi non ancora del tutto concluso. Tensioni e scontri hanno minato la stabilità della Costa d’Avorio, più di recente l’annuncio della ricandidatura dell’attuale presidente Alassane Ouattara ha riacceso la miccia. Il risultato è che il 45% della popolazione vive ora in povertà e da qui partono gli ivoriani, così come gli immigrati africani giunti tra gli anni ’80 e ’90. Nonostante le tante risorse naturali, la Costa d’Avorio stenta a riprendersi. E verso l’Italia potrebbero partire nei prossimi anni migliaia di cittadini.

il giornale.it

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