Sergio Mattarella “commissaria” Conte. Retroscena: “Vuole fare tutto da solo, basta”

La modalità “one man band” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha irritato non poco il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il titolare del Quirinale sembra davvero stufo di vedere un premier che pretende di decidere tutto autonomamente. I richiami formulati dal presidente  Mattarella al decreto Semplificazioni  e lettera con cui il presidente Mattarella ha accompagnato la firma del decreto va oltre il semplice rilievo procedurale nei confronti del governo. “Ho proceduto alla promulgazione soprattutto in considerazione della rilevanza del provvedimento nella difficile congiuntura economica e sociale”. Si chiude infatti con questa secca precisazione una lettera inviata da Sergio Mattarella ai presidenti di Camera e Senato, nonché al presidente del Consiglio, per spiegare come il dl semplificazioni sia passato al vaglio del Quirinale per il rotto della cuffia.

Per questo Mattarella ha deciso di coinvolgere sia il Parlamento che il Governo affinché da oggi in poi prestino maggiore attenzione. Il presidente ha infatti invitato il governo “a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza”. Ai presidenti delle Camere chiede invece di rappresentare “al Parlamento l’esigenza di operare in modo che l’attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale”. 

Inoltre Mattarella, come ha scritto il Giornale, ha preso le redini per rilanciare  “una forte iniziativa diplomatica. Il capo dello Stato infatti è preoccupato, quei 200 e rotti miliardi promessi dalla Ue non sono in banca come molti credono. Anzi, la strada per ottenere i fondi si è fatta più in salita (…) E così, dopo un estate defilata, Mattarella ha scelto di riprendere in mano le redini.

Conte non si può sostituire, non adesso comunque, forse nemmeno tra qualche mese. Però si può commissariare. Giovedì il capo dello Stato incontrerà a Milano il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, qualche giorno più tardi volerà all’Eliseo per vedere Emanuel Macron: Berlino e Parigi sono i nostri due alleati migliori, sono loro che hanno sbloccato la partita del Recovery Fund, sono loro che possono aiutarci ancora”.

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