Sea Watch getta la maschera: “Non porteremo mai i migranti in Germania”

Sea Watch ha ottenuto quello che voleva e che aveva preteso prima di tornare in mare: un porto in Italia.

Dopo aver fatto pressioni sui confini del Paese, alla nave attualmente operativa della Ong è stato concesso di entrare nel porto di Palermo. Qui, i migranti sono stati trasferiti a bordo della nave Allegra, l’ennesimo traghetto noleggiato dal governo per far fronte alle necessità di quarantena degli stranieri. Per giorni la Sea Watch 4 ha navigato a breve distanza dal confine delle acque territoriali italiane, dopo che Malta ha negato il suo consenso allo sbarco. Innumerevoli i messaggi lanciati dalle Ong che pretendevano il famoso “porto sicuro” dall’Italia, nonostante Marsiglia avesse comunicato la sua disponibilità ad aprire il porto non appena era stato effettuato il recupero in mare.Malta chiude il porto alla Ong e Sea Watch fa rotta sull’Italia

Con il ritorno in mare delle navi delle Ong, di cui solo una minima parte battono bandiera italiana, è tornato ad accendersi il dibattito sulla competenza territoriale. Sea Watch 4, come del resto tutte le navi di quella Ong, batte bandiera tedesca e per la legge la nave è da considerarsi a tutti gli effetti un’estensione territoriale della Germania. La competenza nella gestione dei migranti dovrebbe essere dello Stato di primo contatto, quindi i migranti che vengono accolti a bordo della Sea Watch dovrebbero essere di competenza tedesca. Ma, ogni volta che avviene un recupero in mare, le ONG avanzano pretese su Malta e, soprattutto, sull’Italia. Pochi giorni fa, la portavoce della Ong Sea Watch, Giorgia Linardi, è stata molto chiara su questo concetto. “Che sia chiaro, non porteremo mai le persone in Germania, perché fare 3 settimane di navigazione passando lo Stretto di Gibilterra e poi salire come una trota attraversando l’Atlantico non ha nessun senso“, ha affermato la Linardi.Sea Watch detta l’agenda al governo: “Via subito i decreti sicurezza”

La sua soluzione? Ovviamente l’Italia. Solo il nostro Paese è obbligato ad aprire i porti e ad accogliere. “L’Italia, almeno fin quando non verrà spostata in Antartico qui resta e questo fenomeno continuerà a riguardarci”, ha affermato la donna. Un’affermazione perentoria che, quanto meno nella logica delle Ong, depaupera l’Italia da ogni sovranità sul suo territorio. Stando alle sue parole, 20 mila migranti arrivati in Italia non sono un’emergenza perché “sarebbero 2 persone per ogni comune”. Giorgia Linardi sostiene che dopo ogni recupero, loro facciano pressione sulle alte sfere tedesche e sulla commissione europea “perché spingano sulla ridistribuzione delle persone negli Stati membri, nonostante non si tratti di un’invasione“, ma su questo punto i lampedusani avrebbero sicuramente qualcosa da dire.

il giornale.it

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