Guido Crosetto sui furbetti dell Inps: “I vertici sapevano a fine maggio, ma salta fuori solo oggi. Un fatto gravissimo”

Sul caso dei “furbetti del bonus Inps“, i cinque parlamentari che avrebbero incassato i 600 o 1.000 euro previsti dai decreti per contenere la crisi economica dovuta al coronavirus e destinati ai lavoratori autonomi, piovono i pesantissimi tweet di Guido Crosetto. Come sempre, il Gigante di Fratelli d’Italia non si presta al sensazionalismo, a facili accuse, al populismo anti-casta (che pur, in questo preciso caso, mostra di comprendere). Ma riflette. E accusa. In un primo cinguettio, scrive quanto segue: “Lasciate per un secondo da parte l’odio, lo schifo ed ogni giudizio sui 5 parlamentari che hanno richiesto il bonus. Saranno crocifissi. Rimanete sul fatto. L’Inps incrocia dati sensibili per verificare non comportamenti illegali ma inopportuni? A voi sembra normale? A me no!”, rimarca Crosetto.

E, in effetti, ha perfettamente ragione: il gesto dei parlamentari è inqualificabile, ma è stato effettuato nel perimetro della legge (un perimetro che in molti stanno facendo notare era sbagliato in partenza). Eppure, come dice Crosetto, “verranno crocifissi“. Insomma, si configura una grave violazione, un illecito che per forza di cose ha il suo epicentro nell’Inps, da cui è trapelata la vicenda e da cui però, ovviamente, non sono trapelati i nomi. Dunque, Crosetto si spende in un secondo tweet. “Per giornalisti che vogliano ancora fare il loro mestiere – premette -: mi dicono che i vertici Inps fossero a conoscenza del fattaccio da fine maggio. E che allora abbiano informato alcune persone. Ma non è saltato fuori fino ad oggi…”, conclude. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

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