Alessandro Sallusti contro la magistratura: “Alfonso Bonafede ostaggio della sinistra, Csm corrotto”

“Perché non siamo in buone mani”. Questo il titolo del fondo di Alessandro Sallusti su Il Giornale di giovedì 2 luglio. Si parla di giustizia, del caso che riguarda la condanna di Silvio Berlusconi nel 2013, messa in dubbio dall’audio del magistrato Amedeo Franco. Si parla di Csm, di Luca Palamara, di Alfonso Bonafede. Questa è giustizia? Qualche dubbio è lecito averlo. Scrive Sallusti: “Il problema è che, tra l’altro, non abbiamo un ministro della Giustizia e neppure un Csm. Il primo (Bonafede, ndr) è ostaggio della sinistra che l’ha salvato dalla sfiducia per aver permesso la scarcerazione di 450 mafiosi di livello”. E ancora, aggiunge Sallusti, “in quanto al Csm stendiamo un velo pietoso: la microspia iniettata nel telefonino di un suo potente membro, Luca Palamara, ha svelato tutte le miserie, i vizi e le compromissioni politiche dei suoi componenti oltre che di buona parte della magistratura”. Si passa poi alle durissime conclusioni: “Possiamo sperare che un ministro ostaggio e un Csm corrotto (cosa questa che confermerebbe i sospetti sulla trasparenza della sentenza Berlusconi) facciano un’operazione di verità? Non resta che affidarci ad Albert Einstein: meglio essere ottimisti – disse – e avere torto che essere pessimisti e avere ragione”, conclude Alessandro Sallusti.

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