“Fermatevi sono un carabiniere”. E lo massacrano con una sedia

Ore tre del mattino. Zona piazzale Loreto a Milano. In un bar un gruppo di persone fa scattare una violenta rissa.

Una delle tante, direte. Forse. Ma non per il drammatico epilogo. Poco dopo infatti, la zuffa si trasforma in brutale aggressione. Almeno otto dei contendenti acccerchiano un carabiniere e lo massacrano di botte, costringendolo ad una corsa in ospedale in codice giallo.

Due fonti differenti del Giornale.it, entrambe qualificate, concordano sulle informazioni base di questa vicenda. Tutto si svolge in poco tempo, un fulmine nella notte meneghina. Intorno alle 3 del mattino scatta la rissa. Sul posto è presente un maresciallo capo dei carabinieri in forza al III Reggimento Lombardia. Ha 50 anni. Non è in servizio. Ma il dovere chiama e quando vede iniziare le violenze decide di intervenire per sedare gli spiriti bollenti. Si avvicina ai contendenti e mostra il distintivo, qualificandosi come carabiniere. A quel punto, l’aggressione. Secondo quanto risulta al Giornale.it, almeno 8-10 persone, probabilmente straniere, lo avrebbero colpito con sediate, calci e pugli. “Lo hanno distrutto di botte”, dice una fonte. Per fortuna il maresciallo riesce a non farsi sfilare dai pantaloni la pistola. Intorno alle 3.50 l’ambulanza intervenuta sul posto decide di trasferire il militare al Fatebenefratelli in codice giallo. Uno dei contendenti, invece, uno straniero di 31 anni, è stato portato al San Raffaele. Il militare ha avuto la peggio: a quanto risulta al Giornale.it, avrebbe subito ferite al volto, alla testa e all’emitorace. Si sarebbe salvato, raccontano, perché di mole imponente. “Altrimenti sarebbe finita molto peggio”.

L’intervento viene subito segnalato alla centrale operativa del 112 come una rissa in atto con gente armata di pistola. Sul posto si fiondano diverse auto delle forze dell’ordine e parte subito la caccia ai partecipanti alla violenta rissa. A procedere alle indagini ora sarà il Nucleo Operativo Radiomobile di Milano. Le accuse sono di rissa pluriaggravata, lesioni personali gravi, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

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