Migranti, disastro di Bellanova: il racket punta sulla sanatoria

Gli effetti che il Coronavirus sta lasciando e lascerà dal punto di vista economico saranno purtroppo inevitabili.

Uno dei settori maggiormente colpiti a causa dell’emergenza sarà quello agricolo: la maggioranza giallorossa ha pensato di aiutarlo tramite la maxi regolarizzazione di lavoratori stranieri. Una misura fortemente voluta dal ministro Teresa Bellanova, che ha spinto per questo provvedimento arrivando a minacciare addirittura le dimissioni qualora l’esecutivo non avesse dato il via libera. La norma di emersione del lavoro nero varato dal governo (ma solo per i settori dell’agricoltura, pesca, zootecnia e della cura della persona) avrà dato i propri frutti? Al momento la risposta è negativa, anche perché sulla sanatoria ha messo le mani il racket.

Come riportato dall’edizione odierna de La Repubblica, i prezzi ora sono lievitati: per un contratto di lavoro falso – che sia per badante, per manovale o per colf – si è passati da 3 a 5mila euro. Sono stati molti gli stranieri che, a pochi giorni dall’apertura della finestra per la presentazione delle domande, hanno chiesto informazioni su queste ingenti cifre. In tal senso Matteo Mauri ha tempestivamente predisposto un numero verde Sos diritti per le denunce delle truffe e delle pratiche discriminatorie che si stanno verificando. “Impossibile intercettarli tutti ma garantisco che faremo tutti i controlli necessari”, ha assicurato il viceministro dell’Interno.

Flop della maxi regolarizzazione

Nei primi 5 giorni i numeri sono stati tutt’altro che incoraggianti: le domande presentate sono meno di 10mila, anche se gli accessi alla piattaforma per informazioni sono stati oltre 60mila. Aboubakar Soumahoro non ha usato giri di parole: “Non funzionerà. I nostri sportelli nei campi ci dicono che su 100 lavoratori, 90 non riusciranno ad usufruire di questa regolarizzazione”. A suo giudizio i datori di lavoro non intendono farlo – specialmente in questo momento – perché non solo è troppo costoso, ma vi sono pure migliaia di lavoratori esclusi in quanto i propri permessi di soggiorno sono scaduti prima della data prevista del 31 ottobre 2019.

Il coordinatore nazionale del settore agricolo dell’Usb sostiene che bisogna ancora fare un serio lavoro di alfabetizzazione poiché molti lavoratori non conoscono i loro diritti. “La regolarizzazione così è profondamente ingiusta. Perchè i rider no, e gli edili no, e gli ambulanti no?”, ha aggiunto. E ha fatto sapere che per il 21 giugno è prevista una nuova giornata di sciopero della spesa: “Per combattere il caporalato bisogna rivedere lo strapotere dei giganti del cibo, la grande distribuzione”.

il giornale.it

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