Enorme quella trama, altro che giustizia. Svegliate Mattarella


Vietato tacere dal Colle, questa roba di Palamara è gigantesca. Investe le trame ordite al Csm quando ne era vicepresidente Legnini (Pd) e scavando tra le carte emerge tutto il pregiudizio di un mammasantissima della magistratura come Palamara verso Salvini.

In quell’agosto del 2018 il livore si scatenò proprio sui clandestini e un pezzo di Csm – spinto proprio da Legnini – azionò la molla contro l’allora ministro degli Interni. Ci si muoveva a sostegno del magistrato che indagava Salvini ad Agrigento.

Al Viminale lo Stato che difendeva i confini. A Palazzo dei Marescialli l’antiStato a tutela di chi li violava.

Anche per Mattarella questa è la giustizia?

Dalle intercettazioni emerge il ruolo dell’allora vicepresidente del Csm, Legnini. Chissà se avvisò Mattarella, che ne era ovviamente presidente, dei traffici con i membri dell’organo che dovrebbe vigilare sui magistrati e non sobillarli contro la politica.


In quei giorni – e non solo in quei giorni – Luca Palamara era molto attivo. E anche, se ce lo consente, un tantinello ipocrita. Faceva il trasparente a Radio Radicale ma al telefono era un leone contro il leader della Lega.

L’account Twitter di Palamara è una miniera di notizie riguardo al suo pensiero (pubblico). Mattarella parla nel 2017 richiamando i magistrati a non eccedere nelle loro esternazioni, a partire dalle tv. E lui, il buon Luca, si fa intervistare dal Corriere della Sera per una specie di lezione etica al fianco – ovviamente – del Presidente. “Autonomia e indipendenza  impongono correttezza istituzionale”, afferma l’allora consigliere del Csm, 10 ottobre 2017. “Altrimenti il rischio è di trascinare l’intera magistratura in uno scontro con la politica”.

Ma no? Che tesoro questo magistrato… Nulla in pubblico, ma solo nelle chat. Anche se raccomandava, con una faccia tosta incredibile, di “stare attenti a non fare interventi che hanno poco di giurisdizionale e più di politica”. Del tipo “ha ragione, ma dobbiamo attaccarlo”, dottor Palamara? Lei non si deve scusare, ma si deve vergognare.

Twitter, una miniera per conoscere Palamara…

Ancora prima – anno di grazia 2016 – Palamara e i suoi colleghi al Csm offrivano a Repubblica questo titolo: “Salvini, un pericolo per la democrazia”. Era il 18 febbraio e il leader della Lega aveva parlato – quasi una premonizione – di “magistrati schifezza”. Nulla da dichiarare, dottore?

Tutto questo accadeva e nessuno reagiva. Ecco perché è sempre più triste l’ammainabandiera del Quirinale, la rinuncia a far sentire l’indignazione degli italiani da parte del Capo dello Stato.

C’è stata – e chissà se c’è ancora – una trama orribile di almeno un pezzo della magistratura. Contro chi si opponeva alla sinistra. Ma le istituzioni tacciono. Qualcuno – come ha opportunamente notato il direttore del Giornale Sallusti – ha querelato il sindaco di Napoli De Magistris? Eppure questi ha sparato un’accusa precisa: “Se indagavo a destra applausi, se lo facevo a sinistra me ne chiedevano conto”.

Presidente Mattarella, a destra non ci sono italiani di serie B. E vogliamo sentire la sua voce contro queste schifezze – no, non aveva torto Salvini – che distruggono la reputazione della magistratura e la fiducia nella giustizia e nelle istituzioni. Abbia coraggio e dica quel che deve, come ha chiesto ieri anche Giorgia Meloni. Almeno sulla giustizia, Mattarella non ci lasci col dubbio di pensarla come loro e non come noi.

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